Il punto della situazione: Gli spiriti della Vendetta si sono riuniti ed ora, grazie ad un patto con Mefisto, tramite il medaglione del potere, possono evocare il fuoco infernale a loro piacimento Mentre Dan e Michael restano a New York fronteggiando Blackout, Carnage, Shriek e la minaccia dell'invasione Infernale, Blaze cerca di riunirsi ai compagni del circo Quentin da cui era stato separato in seguito all'attacco delle bestie dello Stige. Non sa che i suoi compagni sono stati salvati da Steel Wind e Steel Vengeance che però poi hanno rapito Miranda, conducendolo al cospetto di Deathwatch che le ha rivelano che lei, come lui, è un Translord...

Il tempo: Prima di Atlantide.
La terra tremò.
Un vento maestoso si alzò a sradicare gli alberi.
Il mare intorno all'isola gridava spumeggiando.
Il castello dei Translord iniziò a disfarsi, mentre le fiamme lo avvolgevano.
Tre il fuoco si erse Trionfante Zarathos, il suo teschio rosso ardeva di una luce azzurra, il suo corpo era cinto in un’armatura nera che trasudava energia dello stesso colore.
"Gli elementi stanno impazzendo..." mormorò il Custode: indossava una tonaca rossa e teneva i lunghi capelli bianchi raccolti in una coda.
"Ora che indossa l'Armatura Infernale il potere di cui è dotato non ha limiti..." Il Patriarca comparve accanto a lui: indossava solo un paio di pantaloni di tessuto blu, i capelli biondi incolti e la lunga barba danzavano mossi dal vento.
"L'ultimo gradino verso la divinità... sarà ottenere il medaglione del potere..." aggiunse Foundry, una donna dai lunghi capelli neri, le cui ampie forme erano strette in dei succinti drappi di pelle "I Translord... saranno caduti?"
"Se il loro castello è andato distrutto, non vedo altra spiegazione..." rispose il Patriarca "E se indossa l'armatura vuol dire che il Pozzo del Destino è stato privato del suo sigillo..."
"Questi erano affari dei Translord... il nostro unico pensiero deve essere Zarathos" il custode guardò il medaglione del potere che teneva stretto nel pugno "L'unica nostra opportunità... risiede negli Spiriti della Vendetta..."

 

#8 - Transwar: prologo

Il tempo: oggi.
Blaze è un uomo che ha perso molto nella vita: amici, figli, moglie.
Si potrebbe pensare che una persona così sia abituata al dolore, che il suo animo sia stato indurito dalle tragedie rendendolo impenetrabile ad ogni dolore.
Non è così.
"Non di nuovo..." è l'unica frase che riesce a pronunciare, appena uscito dalla porta del pub del Sangue.[1]
Lo scenario che gli si apre davanti è devastante: della casa di Quinn non rimangono che le macerie fumanti.
"Non di nuovo..." sentì la forza nelle gambe venirgli meno e crollò in ginocchio.
Tra le sue mani si materializzò in un lampo il fucile, lo alzò verso il cielo e premette il grilletto gridando "NON DI NUOVO!"
Una fiammata salì verso il cielo e si allargò esplodendo come in nuovo fuoco d'artificio arancione.
"Non c'è bisogno di essere così teatrali..." mormorò Wolf alle sue spalle: il nano aveva il braccio fasciato ed una benda sull'occhio "Non hai una sensazione di Dejà vu?"
"Wolf... cosa diavolo è successo? Dove sono finite le bestie dello Stige?" chiese Blaze.
"Sarò io a spiegarti Blaze..." mormorò Quinn comparendo da una botola tra i resti della casa "Ma ti avverto... potrà essere doloroso... perché delle cose in cui credi dalla tua infanzia verranno irrimediabilmente compromesse..."
"Di che parli?" grugnì Blaze.
Il ragazzo premette un pulsante su un telecomando, i resti della casa tremarono, il terreno si allargò e ne vennero fuori alcuni macchinari e un grosso cubo nero "Il mio laboratorio è l'unica parte della casa che si è salvata... riconosci quella scatola, Blaze?"
"È il regalo di Eli... la scatola in cui è registrato il suo testamento... che si attiva con la chiave che mi ha lasciato..."[2] rispose Blaze.
"Dentro... c'è di più..." spiegò Quinn "Dov'è la chiave?"
Blaze si guardò intorno e riconobbe tra i resti della casa, quello che un tempo era il suo armadio.
Vi si avvicinò e ne trasse fuori una tuta da motociclista, vi infilò la mano in tasca e ne trasse fuori la chiave "Eccola..."
Quinn poggiò una mano sul cubo nero "A distruggere la casa sono state Steel Wind e Steel Vengeance..."
"Quelle due... sono ancora vive?" esclamò Blaze sorpreso "Ma perché hanno...".
"Volevano Miranda..." spiegò Wolf alle sue spalle "Sembra cercassero un fantomatico Translord..."
"Translord... ricordo che Deathwatch usava quell'appellativo riguardo se stesso..." Blaze aveva cominciato a perdere il filo della situazione.
"Che io sappia a questo mondo sono rimasti solo tre Translord...Uno è Deathwatch, un'altra e Miranda... è il terzo..." Quinn fissò negli occhi Blaze "... Sono io."
"Ora ne ho le scatole piene!" gridò Blaze avanzando verso Quinn "Cosa diavolo vuol dire che sei un Translord? E cosa centra con quello che è successo?"
"Usa la chiave con il cubo... Ruotala in senso antiorario... e saprai tutto.. anche quello che neanche io conosco..." esclamò Quinn.
John si avvicinò alla scatola e vi infilò la chiave, ruotandola come gli era stato detto.
La prima volta che l'aveva fatto la scatola si era aperta e gli era apparso il volto di Eli in una luce verde.
Anche stavolta la scatola si aprì, ma dal suo interno scaturì un fumo nerastro che li avvolse.

Le terre del Sangue.
Dentro una caverna, il Patriarca parlava ai suoi compagni, I dieci Caduti, con voce solenne "Abbiamo sbagliato ad allearci con Hellgate[3]... ci aveva assicurato che sarebbe riuscito a riportare in vita lord Zarathos ma il suo piano si è rivelato un fallimento..."
"Ed è per questo che ci hai fatto rinunciare ad appartenere alla razza del Sangue?" sibilò Komodo.
Ignus si passò una mano tra i capelli "Quando sei tornato tra noi, dopo essere stato sconfitto dai Figli di Mezzanotte eri solo un criminale... Il custode ti aveva gettato in cella e non saresti uscito per tutta l'eternità... Se non fosse stato per Ranter che ti ha liberato, non ci avresti mai convinti a metterci contro la nostra stessa gente... ed ucciderla..."
"È inutile lamentarsi, siamo stati noi stessi a segnare la nostra condanna..." sbottò Silph "Così dicono gli scritti: il Sangue che versa il Sangue diverrà un Caduto..."
"Ma se ho ucciso i miei stessi fratelli l'ho fatto perché speravo di diventare un dio... e non per vivere nascosto in una caverna..." commentò con voce fredda Beholder.
Patriarca strinse i pugni: non sopportava di venir criticato, ma tutto quello che stavano dicendo era vero... Aveva spinto il Sangue a massacrarsi tra loro additando la dorata speranza di tornare a servire Zarathos, perché Ranter gli aveva assicurato che c'era qualcuno che avrebbe potuto riportare in vita il suo maestro, ma fidarsi di Hellgate era stato un errore e adesso erano rimasti con in mano un pugno di mosche.
Guardò innanzi a se: all'orizzonte si innalzavano le rovine del castello dei Translord.
"Ma certo!" il Patriarca cozzò il pugno contro il palmo della mano "L'Armatura Infernale!" si voltò verso i suoi compagni "Volevate la divinità? Ve la servo su un piatto d'argento! Con il Sangue estinto, le barriere mistiche che proteggevano il castello dei Translord sono cadute! Dovremo semplicemente rimuovere l'Armatura Infernale e il Pozzo del Destino sarà in mano Nostra!"
Metarchius, il caduto mutaforma, che aveva assunto l'aspetto di una donna dai capelli rossi, lo guardò stranito "Vuoi dire che..."
"Si... ricreeremo il mondo a nostro piacimento!" gridò l'uomo alzando le mani in aria.

La scatola nera proietta una luce e sul fumo appare il volto di Eli.
Blaze ha un fremito a vederlo... per un attimo gli sembra di aver l'amico di un tempo, vivo, innanzi a se.
Il volto sul fumo comincia a muovere le labbra e una voce risuona nell'aria "Se stai vedendo questo filmato, amico mio, vuol dire che sono morto... ma soprattutto vuol dire che la guerra dei Translord è alle porte... Adesso, ti racconterò una storia... o forse sarebbe più giusto dire che ti confesserò i miei peccati.
Tutto ebbe inizio quando ero ancora giovane e viaggiavo per l'America con il circo di mio padre: all'epoca avevo ancora il pieno possesso delle mie facoltà motorie ed aiutavo come meglio potevo nella manutenzione e nei lavori pesanti. Era una vita difficile ma piena di soddisfazioni, regolarmente scandita dai ritmi degli spettacoli... fino a quando non incontrai lei...
Era una notte senza luna, stremato per il lavoro mi stesi sotto il cielo stellato per riprendere le forze, mentre tutto il circo dormiva, quando notai nel buio brillare una stella di insolita luce verde... Il suo splendore aumentò, tanto che dovetti socchiudere gli occhi, e la vidi calare dal cielo verso una radura lì vicino. Udii un tonfo secco e corsi subito a vedere di cosa si fosse trattato... Mi trovai di fronte ad un piccolo cratere fumante, al centro di esso vi era una donna con due bambini. La soccorsi portandola alla mia tenda, prestando le prime cure a lei e a quelli che inizialmente pensavo fossero i suoi figli... Ripresasi dalla shock iniziale, la donna iniziò a parlare, ringraziandomi di averla salvata e narrandomi poi la sua storia... una storia che all'epoca aveva dell'incredibile, non ti nego che inizialmente pensai di trovarmi di fronte ad una pazza o qualcosa del genere...
Secondo il suo racconto, lei e i bambini provenivano da un altro tempo, un tempo precedente alla caduta dell'impero romano... Facevano parte di una casta privilegiata di individui che una qualche entità superiore aveva designato custodi un crocevia denominato Pozzo del Destino... Il loro nome era Translord, o signori trans-dimensionali, e il patto con le suddette entità li aveva dotati di poteri magici... Ovviamente, a quel punto ero già convinto che a mattino fatto li avrei consegnati alle autorità. La donna parve percepire i miei dubbi, e per placarli si limitò a mostrarmi un incantesimo, ponendo una mano innanzi e accendendo una fiamma sul suo palmo...
Persuasomi della realtà, la donna iniziò a raccontarmi loro storia: scelti tra una razza di individui denominati Sangue, i Translord avevano il compito di custodire il Pozzo del Destino e il sigillo di questi, un artefatto denominato l'Armatura Infernale... Secondo quanto disse la donna, il Pozzo aveva la capacità di manipolare il destino. Se qualcuno fosse stato in grado di manipolarlo, avrebbe ottenuto un potere assoluto; per questo era stato sigillato ponendo l'Armatura Infernale al suo interno. L'oggetto era dotato di un'irresistibile potenza distruttiva, e neanche gli stessi Translord avrebbero potuto rimuoverla dal suo interno... a meno che non avessero unito le forze... Il tempo passò, e i Translord eressero un castello intorno al Pozzo del Destino; inoltre, per garantire una continuità alla custodia del pozzo, i Translord si univano solo tra di loro in modo di trasmettere il ruolo alle generazioni successive... Finché uno di loro, stanco dell'esilio forzato, poiché i Translord non potevano abbandonare la veglia per alcun motivo, propose di riunire le loro forze per rimuovere l'armatura e impossessarsi del potere di manipolare il destino... Il capo dei Translord dell'epoca si oppose, e lo stesso era valso per la donna. All'epoca, gli ultimi Translord erano loro tre e la generazione futura era composta da tre bambini ancora in fasce... Scoppiò un violento confronto, interrotto però dal giungere di un demone: il suo nome era Zarathos..."
Blaze si morse il labbro "Il Sangue, Zarathos, i Translord... Eli, conoscevi tutte queste cose... e non me ne hai mai parlato?"
"Zarathos era coinvolto in un'altra battaglia, e per vincerla era deciso a conquistare l'Armatura Infernale... Uccise il capo dei Translord e si impossessò dell'artefatto... Travolti dalla sua furia distruttiva i restanti Translord e i due bambini caddero nel Pozzo del Destino...
Come mi spiegò la donna, Il Pozzo del Destino ti porta dove il tuo destino vuole che tu vada…. Riuscì a stringere a se due dei bambini e quando aveva riaperto gli occhi si era trovata davanti a me...
Era una storia incredibile, nessuno le avrebbe creduto... ma nei suoi occhi lessi una profonda sincerità e decisi di crederle... la mattina dopo la presentai agli altri membri del circo come una ragazza scappata di casa in seguito ad una gravidanza indesiderata, non sarebbe stata di certo la prima ad unirsi a noi, non fecero alcun problema... Demmo ai due bambini nome Miranda e Quinn, mentre il suo nome lo scelsi io, Ophelia... Passammo anni felici insieme, uniti da un forte legame e vedendo crescere i due bambini... Io le insegnavo come orientarsi nel mondo moderno, lei i rudimenti della magia... eravamo felici... fino a quando..."

Le terre del Sangue
I Caduti stavano levitando, volando ad altissima velocità verso il castello dei Translord, grazie ad un incantesimo di Ranter.
"Attenzione!" gridò d'un tratto Metarchius.
Prima che potessero muoversi una frana li travolse.
Tirandosi fuori dai detriti, i Caduti si guardarono intorno cercando di capire chi fosse stato il responsabile di quell'improvvisa imboscata.
Sulla cima di una montagna, c'era il Custode: le sue mani brillavano ancora dell'energia che aveva liberato contro la parete di roccia che aveva sbriciolato "Finalmente vi ho trovato!" gridò l'uomo "Sono stato trattenuto da altri impegni... ma adesso è giunto il momento di vendicare i nostri fratelli che avete massacrato!"
"Sono stati loro che hanno scelto di morire!" gridò Ignus lanciando un colpo al plasma verso l'uomo "Hanno rifiutato di unirsi ai Caduti!"
"Hanno rifiutato di divenire pedine di Hellgate... e per questo li avete uccisi?" Il Custode saltò giù evitando il colpo, il suo corpo iniziò a brillare e quando si schiantò contro il terreno questo esplose "Vi rendete conto delle assurdità che dite?"
Un caduto dall'aspetto felino si avventò contro l'uomo che lo afferrò dalla collottola e lo schiantò per terra.
"Avremmo forse dovuto continuare a fregiarci del titolo di razza segreta del Sangue? Un'esistenza priva di qualsiasi scopo?" gridò una ragazza con una tuta aderente nera e due pugnali stretti in mano mentre gli si gettava addosso.
"Scopo? Pensi che solo appartenere ad una razza possa determinare il tuo scopo nella vita?" il Custode fece roteare la pala e disarmò la ragazza "Verdict: gli scopi di un'esistenza si trovano da soli!"
Metarchius saltò alle spalle dell'uomo e trasformandosi in una creatura dall'aspetto di un polipo lo strinse, bloccandone ogni movimento.
Gli occhi del Custode brillarono "Stavolta no... non mi fermerò fino a quando Patriarca non sarà morto!"
"Dannazione... È furioso... non c'è modo di fermarlo." Il Patriarca era nelle retrovie "A meno che non riesca a raggiungere il Pozzo del Destino..."
Così dicendo il corpo dell'uomo brillò e sparì.
Il Custode emanò un'onda d'urto che allontanò tutti i caduti "Aspettami... ti vengo a prendere..." Sputò a terra e poi sparì in una luce anche lui.

Con gli stivali piantati nella neve, Blaze continuava ad ascoltare il racconto di Eli con un'espressione sempre più stupefatta sul volto.
"Fino a quando non giunse il momento che Ophelia aveva cercato di evitare con tutte le sue forze... Il momento del confronto con l'altro Translord... Giunse d'improvviso, senza che mi potessi preparare: d'un tratto Ophy mi disse che stava per arrivare e che dovevo mettere al sicuro i piccoli e poi corse via... Ma io non potevo lasciarla sola... le corsi dietro e quando la raggiunsi... fu allora che mi resi conto della mia impotenza... erano in aria lei e quell'uomo, con i pugni stretti e i corpi brillanti, come se stessero cercando di contenere a vicenda le proprie forze... Volevo fare qualcosa... ma venni colpito da un lastrone di cemento e rimasi immobilizzato, a guardarli uccidersi a vicenda...
Alla fine dello scontro, gattonai al fianco di Ophy, era stremata, la vita stava abbandonando il suo corpo, ma era felice di aver garantito una futuro radioso ai futuri Translord.. ma l'altro uomo, prima si spirare, esplose in una solenne risata e ci avvertì che prima o poi il suo pupillo si sarebbe messo in moto, avrebbe corrotto gli altri Translord e si sarebbero impossessati del potere del Pozzo del Destino...
Ophy prima di morire, mi supplicò di impedire tutto ciò...
Cercai di farlo nei limiti delle mie capacità... per prima cosa separai i bambini, uno lo mandai a vivere con mia madre, spacciandolo per mio figlio, l'altra la tenni nel circo... ma c'era il rischio che qualcuno percepisse il suo potenziale mistico... per questo decisi di circondarla da altri individui dotati di poteri inconsapevoli... prese il piccolo Cody, figlio di un mannaro e una strega, Wolf, misticamente longevo, Clara, che aveva ereditato dalla madre la capacità di vedere nel futuro... e anche molti altri membri del circo erano dotati di poteri, magari insignificanti, ma che fungevano come un muro dietro cui celare i poteri di Miranda... ed è per questo che convissi Barton Blaze a tenerti anziché abbandonarti...
Studiando la magia e applicando al massimo le mie conoscenze scientifiche ero riuscito a proteggere i due Translord...
Mentre registro questo messaggio, però, mi rendo conto che qualcosa sta cambiando... il circo è stato coinvolto in eventi più grandi di lui, minacce occulte che potrebbero portare i Translord a rivelare la loro presenza... per questo ho deciso di rivelare a Quinn la verità... gli ho fatto dono della tecnologia con cui difendersi... e ora che non ci sono più, ti chiedo, John, di difenderlo anche tu..."
L'immagine di Eli si sfocò e sparì.
Blaze si voltò di scatto verso Quinn "Tu sapevi tutto questo?"
Il ragazzo si tolse gli occhialetti tondi, aveva gli occhi lucidi "In parte..."
"Un bel casino, eh?" mormorò Wolf.

Terre del Sangue.
Il Patriarca riapparve in mezzo alle rovine del castello.
Non era mai stato lì, quindi non sapeva bene come muoversi.
Si guardò intorno alla ricerca di un segno che gli indicasse dove potesse essere il Pozzo del Destino.
Per questo non si accorse del Custode che era apparso alle sue spalle, con la pala alzata dietro le spalle.
La calò con un colpo secco sulla testa del Patriarca che fine con il muso a terra.
"Il pensiero che tu abbia tradito la nostra razza non mi da pace." ringhiò l'uomo dopo avergli sputato addosso "Da quant'è che fiancheggiavi Zarathos? Forse già durante la prima guerra eri dalla sua parte... e non ce ne siamo accorti..."
Il Patriarca si trovò con la punta della pala sulla gola "Non hai capito niente Custode... io ho lottato al tuo fianco... contro i demoni... ma è stato proprio questo a farmi capire che non era la vita che desideravo!"
I pugni del caduto si illuminarono: li portò innanzi e un’esplosione si allargò tra lui e il Custode.
Il custode fece un salto indietro, i suoi occhi brillarono.
Il Patriarca allargò le mani mentre il suo corpo si mise a brillare.
Alle sue spalle si alzò un'esplosione che li travolse.
"Ma che diavolo..."
Tra le macerie comparvero sei figure.
Innanzi a loro vi era Deathwatch, nel suo costume, senza la maschera.
Al suo fianco vi era la donna che il custode riconobbe come Miranda, indossava un succinto bikini nero sgambato, degli stivali dello stesso colore ed un mantello colore verde accesso le ricadeva tra le braccia.
Ai lati dei due vi erano Steel Wind, Steel Vengeance, Custode e Troll.[4]
Il Patriarca, più vicino all'esplosione, era a terra privo di forze.
"I vermi del Sangue... osate avvicinarvi a questo castello?" rise Deathwatch "Adesso che i Translord sono tornati tutto ciò che c'è al suo interno appartiene a noi!"
"Oh.. no…" ringhiò a denti stretti il custode "Qui mi servono gli Spiriti della Vendetta..." Aprì un portale e vi saltò dentro.
"Prendetelo e uccidetelo!" ordinò Deathwatch ad Custode e Troll che corsero subito dietro l'uomo.
"I.. Trans... lord.. " il Patriarca guardò confuso la scena: se i lord transdimensionali erano tornati, per appropriarsi del Pozzo del Destino, ma soprattutto per salvare le loro vite, avevano bisogno di tutti i Caduti.
Trasmise allora un messaggio alle menti suoi compagni "Andate via! Subito! Rintracciate gli altri Caduti: Salomè, Atrocità... ed anche Embyrre... abbiamo bisogno del sostegno di tutti..."
"Non cosi facilmente..." ridacchiò Deathwatch, come se avesse sentito il messaggio psichico "Mia cara Miranda, vuoi pensarci tu?"
La donna, senza dire una parola, tese le braccia in avanti, i suoi occhi iniziarono a brillare di un'energia verdastra, che le avvolse il corpo, sollevandolo in aria.
L'energia esplose in una potente onda d'urto che si allargò attraverso tutta l'isola, schiacciando a terra tutti i caduti.
Il Patriarca mugolò di dolore
"Mi spiace vecchio... ma i tuoi amichetti sono stati fermati!" lo schernì Deathwatch.
"E invece ti dico... che alcuni di loro... sono riusciti ad andare via in tempo..." biascicò il Patriarca e poi perse i sensi.

Blaze era seduto sui resti della casa di Quinn, guardava con sguardo perso innanzi a se.
Accanto a lui c'era Wolf e in piedi, poco distante Clara.
Tutti e tre si sentivano traditi...
"Allora... cosa vogliamo fare?" fece una voce, in lontananza, tra gli alberi.
Si voltarono e videro Cody uscire fuori dal bosco[5]: aveva ascoltato in disparte il messaggio di Eli.
"Cosa intendi?" chiese Wolf, mentre il mannaro li raggiungeva.
"Miranda... è sparita... ed è parte del... la nostra famiglia..." si accorse che stava per dire, inconsciamente "del nostro Branco".
"Ma la nostra famiglia... è una menzogna..." mormorò Blaze.
"Johnny... per quanto ti posso dire... nonostante tutto... mio pad... Eli, ha voluto bene davvero a tutti noi..." spiegò Eli.
Blaze rimase in silenzio.
D'un tratto una luce abbagliante si accese poco lontano.
Un portale si spalancò e ne corse fuori il Custode.
"Custode? Cosa diav..." prima che l'uomo potesse terminare la frase, alle spalle del Custode comparvero Troll e Custode.
"Come ha ordinato il padrone Deathwatch…" dissero all'unisono i due "… il Custode morirà… e con lui tutti coloro che lo difenderanno!"

 

**Spiriti di vendetta**
Traswar 1(di3)
Michael e Dan si trovano coinvolti in uno scontro tra i caduti, mentre Blaze e compagni partono con il custode alla volta delle terre del Sangue per impedire ha Deathwatch e alla traditrice Miranda di appropriarsi del Pozzo del Destino

 

Il tempo: prima di Atlantide.
L'uomo aprì gli occhi.
Davanti a sé, appariva tutto sfocato e appannato.
Lottando contro il dolore che gli attanagliava la nuca, si sforzò di mettere a fuoco.
Luci e fiamme turbinavano davanti ai suoi occhi.
Realizzò ben presto di trovarsi di fronte allo scontro tra Zarathos e gli Spiriti della Vendetta.
Il suo pensiero fu di muoversi, di alzarsi e di prendere parte alla battaglia per sconfiggere il demone.
Fu allora che si rese conto che il suo corpo, dalla vita in giù, era ridotto ad una pozza di sangue.
Lo scontro con Zarathos lo aveva segnato, sarebbe morto da lì a poco, aveva messo i salvo le due successive generazioni di Translord, ma non poteva accettare, in alcun modo, di morire così, senza vendicarsi del demone.
Trascinandosi con le braccia in mezzo alle rovine del castello, giunse davanti all'imboccatura del Pozzo del Destino.
Traboccava di un'energia verdastra e senza l'Armatura Infernale a sigillarlo, stava iniziando a rilasciare il suo potere in modo incontrollato.
Il suo pensiero andò all'armatura: era stata creata per sigillare il Pozzo del Destino.
Se dunque il pozzo fosse stato distrutto, anche l'armatura sarebbe scomparsa.
Le mani dell'uomo iniziarono a brillare, concentrò tutto il potere che rimaneva nel suo corpo, poi si gettò del pozzo, rilasciandolo in una devastante esplosione.

Spiriti della Vendetta 9
Transwar 1

 

Il tempo: oggi.
Seduto nella stanza dell'ospedale, Dan pensava.
Pensava a molte cose.
Pensava alla recente crisi infernale affrontata dal pianeta, crisi durante la quale il suo lato oscuro aveva preso il sopravvento.
Pensava alla madre, che giaceva, in una stanza lì vicino, in coma per ragioni sconosciute.
Pensava a Jennifer Kale, sua cugina, che l'aveva aiutato nello scontro contro i mai morti, e della quale aveva perso le tracce in circostanze che non riusciva a ricordare.
Pensava a Ghost Rider, Noble Kale, il suo antenato con il quale per molto tempo aveva condiviso l'esistenza, salvo poi esserne stato separato senza saperne il perché.
Pensava alla visione che aveva frequentemente, come in un sogno, di Ghost che stringeva tra le braccia il corpo sanguinante di Jennifer.
Pensava a Blackout, il sadico vampiro Lilin, che aveva ucciso con le sue stesse mani, il suo primo omicidio.
Troppi pensieri per un ragazzo che avrebbe voluto avere una vita come tutti gli altri, seguire gli studi universitari, lavorare in un bar, vedersi con gli amici... era quella la vita che voleva, anche se in realtà (e il pensiero lo spaventava) aveva un brivido di piacere ogni volta che pensava al modo in cui aveva dispensato vendetta uccidendo il Lilin...
Ma in realtà di tutti i pensieri che poteva avere, era uno solo in quel momento a martellargli la mente: Stacy.
Era nella sua camera, che l'attendeva al ritorno di una visita.
E si chiedeva cosa le avrebbe potuto dire quando l'avrebbe rivista.
Le avrebbe chiesto scusa, perché in fondo era solo colpa sua se Blackout l'aveva aggredita e violentata?
Le avrebbe detto che l'amava?
O forse si sarebbe limitato ad abbracciarla in silenzio...
Il rumore della porta che si apriva lo strappò bruscamente ai suoi pensieri.
Stacy entrò nella stanza, accompagnata da un'infermiera, che, sotto lo sguardo di Dan, l'aiutò a mettersi sotto le coperte.
"Mi raccomando, cerchi di non strapazzarsi..." la ammonì la donna.
"Non si preoccupi Mrs. Fletcher." rispose la ragazza e la donna uscì dalla camera, lasciando i due ragazzi soli, immersi in un profondo silenzio.
Si guardavano negli occhi, come se entrambi cercassero qualcosa con cui rompere il ghiaccio.
Toccò a Dan pronunciare le prime parole "Come è andata la visita?"
"A parte una lieve anemia, tutto a posto... il dottore dice che tra un paio di giorni potrò tornare a casa..."
"Hai visto tuo padre?"
"È venuto a trovarmi stamattina... sai com'è, con il recente caos, alla centrale c'è un sacco di lavoro..."
"Stace..." Dan si alzò di scatto dalla seggiola che occupava e prese la mano della ragazza nella sua "Io... mi dispiace, tanto... tantissimo... per quello che ti è successo... io davvero..."
Stacy lasciò scivolare la mano via dalla presa di Dan e la poggiò al mento "Tu... non hai colpa... le nostre vite... sono state distrutte da demoni che vi sono piombati dentro... da quando tu sei diventato Ghost..."
"Stace..." Dan deglutì: era vero allora, Stacy ricordava che lui era Ghost, nonostante l'incantesimo di Jennifer avesse dovuto cancellare dalla sua mente ogni ricordo in proposito.
"Non passa giorno in cui non mi chieda come sarebbero state le nostre vite senza di lui... senza quel demone che ha..."
Dan poggiò la mano tra i capelli della ragazza "Stacy... io... non sono più Ghost..."
La ragazza sbarrò gli occhi "Come?"
"Non condivido più la mia esistenza con lui... non so perché... semplicemente è successo..." la mano di Dan scivolò sulla guancia di Stacy "Stace, ti ricordi... una volta ti chiesi se volevi sposarmi... ma poi... mancò l'occasione perché tu mi rispondessi... Però... io aspetto ancora..."
Si guardarono tacitamente negli occhi.
La porta si aprì e nella stanza entrò un terzo uomo.
Si voltarono di scatto e si trovarono di fronte al Tenente  James “Ski” Sokolowski, ex collega, ma soprattutto ex fiamma di Stacy.
"Oh, Stacy... non sapevo avessi visite..." mormorò l'uomo guardando di traverso Dan: stringeva in mano un grosso mazzo di fiori bianchi.
"Fa niente..." masticò a denti stretti Dan, stavo giusto andando via..." raccolse la sua giacca ed uscì dalla stanza.
Ski aspettò che la porta di chiudesse e poi si rivolse a Stacy "Noto che siete tornati in buoni rapporti..."
"Abbiamo passato un periodo buio tutti e due... è naturale che ci siamo riavvicinati..." rispose con un filo di voce Stacy.
Ski poggiò i fiori su un tavolino e si sedette accanto al letto "Tuo padre mi ha detto che hai intenzione di prendere un congedo a tempo indeterminato..."
"Si... non mi sento di tornare a lavorare per ora..."
"Sei sicura? Vedi... te lo chiedo perché... ho ricevuto un nuovo incarico... mi hanno ingaggiato in una squadra governativa... una task force per lo studio dei fenomeni paranormali... dopo che New York si è riempita di demoni il governo ha deciso che è il caso di mettere qualcuno a indagare in modo più attento sugli avvenimenti paranormali... la squadra è composta da gente in gamba... e penso... che anche tu staresti bene con..."
"No... te l'ho detto... per ora voglio riposare... voglio lasciare lontano mostri e demoni..." Stacy abbassò lo sguardo.
"Stacy... io... pensavo... speravo potessimo riavvicinarci... come hai vecchi tempi... e magari... potresti tornare a pensare alla mia proposta di matrimonio..."
Stacy sorrise malinconicamente "Mi spiace Ski... ma io... ho già qualcun altro nel mio cuore..."


Lo stesso ospedale, un'altra stanza.
Michael Badilino era al capezzale della giovane Seer, che giaceva incosciente in seguito alle ferite subite da Carnage.
La ragazza respirava grazie all'aiuto di un macchinario. Nelle ore precedenti aveva subito una delicata operazione sul cui esito i dottori non si erano ancora sbilanciati.
Michael aveva poche ore di sonno sulle spalle, nonostante la spossatezza che sentiva addosso dopo la crisi infernale, e non era riuscito a dormire.
Era corso all'ospedale con un pensiero fisso in testa.
Seer era in condizioni gravi e forse lui poteva fare qualcosa per lei.
Poteva farlo utilizzando il potere che aveva scoperto di possedere a Ravencroft, quando aveva salvato la vita della dottoressa Ashley Kafka, quando il fuoco infernale, agendo come mai aveva fatto, aveva avvolto il corpo della donna sanando le ferite che le aveva inflitto Cletus Kasady.
Non sapeva da dove venisse quel potere, ma in quel momento sentiva di dover far qualcosa per aiutare la ragazza, aveva un debito nei suoi confronti...
Poggiò una mano sul polso freddo di Seer e una luce illuminò la stanza.
Una fiamma di una tinta gialla e calda iniziò ad avvolgere la ragazza, penetrandone le carni.
Quando il fuoco si estinse, Seer aprì gli occhi di colpo, lanciando un sospiro sommesso.
"Michael... ma cosa... Carnage..." la ragazza era disorientata.
Con un gesto impulsivo, Michael l'abbracciò "È tutto a posto... ora, ti spiegherò con calma..."

 

Dan calciò la porta dell'ascensore.
"Non sapevo che avessi visite... non farmi ridere... scommetto tutto quello che ho, che sapeva benissimo che io ero lì e che è entrato dentro proprio per interromperci!" ripeteva tra se e se.
"Siamo di cattivo umore?" fece una voce femminile alle sue spalle.
Si voltò e vide Adrienne e Jack.
"Siamo qui per una visita a Stace..." spiegò Jack.
"Passo più tempo all'ospedale che all'università... i miei non sarebbero contenti di ciò." sorrise Adrienne.
"Io stavo andando..." sbottò con fare Burbero Dan "Ci vediamo dopo..."
La porta dell'ascensore si aprì e Dan vi sparì dentro.
"Sta diventando veramente intrattabile..." sospirò Adrienne.
"Spero sia solo una fase..." mormorò Jack.

 

Privi di sensi e legati con una catena, Troll e Custode giacevano con il volto immerso nella neve.
Sconfiggerli non era stato difficile grazie agli sforzi combinati di Blaze e compagni.
Messi fuori gioco i lacchè di Deathwatch, avevano soccorso il Custode.
L'uomo aveva poi spiegato loro la situazione che si era trovato a fronteggiare nelle terre del Sangue.
"Non ci posso credere... Miranda, al fianco di Deathwatch..." Blaze si poggiò le dita sulle tempie "Sta accadendo tutto troppo in fretta..."
"In fretta o meno... non possiamo perdere troppo tempo in chiacchiere... se i Translord trovano il Pozzo del Destino, non avremo più scampo..." mormorò il Custode.
Clara uscì dalle rovine della casa di Quinn e si avvicinò al gruppetto "John... è successa una cosa strana..."
"Di che parli?" fece l'uomo.
"Ho chiamato a casa dei genitori di quell'amico di Timothy, dove stava passando un paio di giorni di vacanza... beh, ecco... è strano, ma sembra che non sapessero di cosa stessi parlando..."
"Questo Timothy è il figlio di Miranda, giusto?" chiese il Custode "Quello che era stato dato per morto..."
"Si... ma poi abbiamo scoperto che era ancora vivo e..." spiegò Cody.
Il Custode lo zittì con un cenno della mano "La mia è solo una supposizione... ma forse, Deathwatch ha usato in qualche modo il bambino per corrompere Miranda..."
"Che stronzo!" imprecò a denti stretti Wolf.
Blaze si alzò in silenzio si avvicinò ad una casa e l'aprì, ne tirò fuori alcune armi da fuoco, ne mise una sotto la giacca, accanto al fucile infernale, e le altre le passò a Wolf "Questa situazione è piena di punti oscuri... l'unica cosa che so è che non possiamo rimanere con le mani in mano in attesa della prossima mossa dei Translord..."
Il nano imbracciò le armi "Andiamo ad aprire il culo a quel Deathwatch?"
"Clara... tu rimani qui..." sussurrò Cody.
"No..." fece la donna "... so che io non potrò darvi molto aiuto però... il circo... voi siete la mia famiglia, e voglio esserci fino alla fine."
"Allora Custode, direi che noi siamo pronti...”. esclamò Quinn
"Spero che siate davvero pronti ad affrontare ciò che vi si sta per parare davanti... le terre del Sangue sono un terreno di battaglia aspro e insidioso..." mormorò il Custode alzandosi in piedi.
Allargò le mani ed un portale di luce si aprì innanzi al loro.
Il gruppo avanzò.

 

"In effetti, conoscevo le potenzialità lenitive del fuoco infernale... ma non avrei mai immaginato che tu fossi in grado di sfruttarle..." spiegò Seer, mentre usciva dall'ospedale con Michael.
"Ti dirò... dal momento in cui sono rinato... mi sento in possesso di un potere maggiore... è come se avessi il pieno accesso alle mie potenzialità..." commentò Michael guardando i palmi delle proprie mani.
"Ehi, guarda chi c'è!" esclamò Seer, indicando Dan seduto su una panchina, non molto lontano.
Il ragazzo alzò lo sguardo, sentendo le loro voci, e li salutò con un cenno della mano.
"Come va Dan?" chiese Michael "Come stanno Stacy e tua Madre?"
"Stacy... si è ripresa... mentre mia madre è ancora in coma, i medici non sanno che fare..." spiegò con voce priva di tono Dan.
"Dan, Michael mi ha detto cosa è successo a Stacy, mi spiace molto..." Seer poggiò una mano sulla spalla del ragazzo "Penso che sia stato un trauma per te... però... Blackout è pur sempre un demone... forse dovresti appurare se le sue violenze non abbiamo avuto qualche conseguenza su..."
Dan si alzò di scatto, scostando con un gesto violento la mano di Seer "Cosa vorresti dire? Stai per caso insinuando che Stacy..."
"Calma! Non è il caso di scaldarsi!" Michael si frappose tra i due "Capisco che te ne sono capitate di tutti i colori negli ultimi tempi... ma questa reazione è eccessiva!"
Prima che Dan potesse rispondere, una fragorosa esplosione risuonò in lontananza
"Cosa è stato?" chiese Seer voltandosi verso la fine dell'isolato, dove si era alzata una nube di polvere.
"Nulla di buono..." mormorò Dan iniziando a correre in quella direzione.

 

Interludio.
L'inferno.
Gli occhi di Mefisto fissavano le fiamme turbinanti, da cui provenivano le urla di dolore delle anime dannate.
Dietro di lui, Threnody deglutì in silenzio, in attesa di un comando.
"Due terzi... due terzi delle mie anime... perdute..." ringhiò il demone. "Tanto lavoro, per nulla!"
Portò una mano innanzi, e tra le anime scese il silenzio.
Una luce fuori uscì dalle fiamme e sul palmo di Mefisto comparve un cristallo vermiglio.
"È il momento di tornare a muovere le mie pedine..." annunciò mentre le anime riprendevano i loro lamenti. All'interno del cristallo una fiamma si attizzò "E il momento di mettere in gioco pedine che hanno riposato per fin troppo tempo..." si voltò verso Threnody "Intendo anche tuo figlio! Finalmente potrete ricambiare la mia ospitalità..."
"Adam? Ma lui no..." le parole della mutante furono zittite da uno schiaffo del demone che la fece ricadere a terra.
"Il volere di Mefisto è legge qui all'inferno, donna!" esclamò, mentre la fiamma all'interno del cristallo prendeva la forma di un teschio.
Fine interludio.

 

Dan, Seer e Michael giunsero insieme sul luogo dell'esplosione.
Erano di fronte ad un pub, la cui vetrata era andata in frantumi.
La strada era distrutta ed un idrante era esploso.
In mezzo a questa baraonda tre figure a loro note stavano lottando: erano Metarchius, Atrocità ed Embyrre.
"Non puoi rifiutarti! Rintracciarti è stato ancora più difficile che trovare Atrocità! I Caduti hanno bisogno di te!" gridava il Caduto mutaforma, mentre trasformava le sue braccia in delle escrescenze tentacolari.
"i Caduti mi hanno tolto mio padre! Ho abbandonato la vostra strada e non voglio più avere niente a che fare con voi!" la ragazza di colore fece partire una sfera di fuoco dalla punta del suo bastone.
Atrocità lanciò una sfera di energia che intercettò la palla di fuoco di Embyrre "Anche io avrei voluto rifiutare! Ma è il nostro retaggio! È la volta buona per chiudere una volta per tute con il nostro passato!"
"Ho come la sensazione di essere finito nel mezzo di una discussione di famiglia"constatò Michael.
"Beh, cerchiamo di porvi fine!" Dan alzò le braccia e tra le mani comparve la catena infernale; la fece roteare e poi la lanciò verso Metarchius, afferrandolo per il collo e sbattendolo contro una parete.
Michael si gettò verso Atrocità; colpì il ragazzo alla nuca con uno dei suoi pugni infuocati, facendolo collassare a terra.
"Ora che quei due si sono calmati un attimo perché non ci spieghi che succede?" chiese Seer a Embyrre.
Fu Metarchius a rispondere, rialzandosi e massaggiandosi le tempie con una mano " Succede che il destino del mondo sta per essere riscritto... i Translord hanno preso possesso delle terre del Sangue, Deathwatch sta cercando il Pozzo del Destino e quando lo troverà nessuno potrà fermarlo..."
"Deathwatch? Ma di cosa sta parlando?" chiese confuso Dan.
"Non c'è tempo per le spiegazioni!" il corpo di Metarchius iniziò a brillare "Volenti o nolenti, verrete tutti con me!"
La luce si espanse dal corpo del Caduto, avvolgendo tutti i presenti.
Quando la nuvola di polvere si diradò e la polizia giunse sul pozzo, non c'era più nessuno

Deathwatch aprì gli occhi.
Era immerso in una vasca d'acqua calda, insieme a Miranda.
Attorno all'ampia vasca, Steel Wind, Steel Vengeance e dieci figuri ammantati in delle tonache grigie, erano in ginocchio.
"Due gruppi... hanno violato le barriere dell'isola... uno è nella zona est, uno in quella nord..." annunciò con voce rilassata.
Miranda si alzò in piedi, le sue forme nude erano solo vagamente coperte dalla schiuma che era rimasta sul suo corpo.
"Pensate voi ad intrattenerli, mentre noi cerchiamo il Pozzo del Destino..." ordinò Deathwatch.
Gli occhi di Miranda brillarono e i dodici presenti sparirono in un lampo di luce.
"Li ho mandati ai loro posti." Disse la donna con voce meccanica.
Anche l'uomo si alzò in piedi, strinse a se la compagna e le sussurrò all'orecchio "Sono fiero di te... insieme, faremo grandi cose..."

"Non capisco..."
"È la seconda volta che lo ripeti vecchio... ti sei incantato?" sbottò Wolf.
Davanti agli occhi del gruppo, che si trovava sopra un alto picco, si apriva una distesa rigogliosa e lussureggiante, in lontananza si ergeva un castello."
"Le terre del Sangue... erano... desolate... prive di vita e di verde... Mentre ora... Anche il castello dei Translord, è stato ricostruito... il tutto in meno di un giorno... il potere dei Translord è veramente inimmaginabile..."
"Quindi Miranda è in quel castello...allora sbrighiamoci a raggiungerla!" esclamò Blaze impugnando il fucile infernale.
"Mi spiace ma il vostro viaggio termina qui!" fece una voce alle loro spalle.
Si voltarono tutti di scatto e videro una figura incappucciata uscire fuori dalla boscaglia.
"Tu chi saresti?" chiese il Custode.
L'uomo gettò via la tonaca mostrando il suo aspetto, era un ragazzo dai lunghi e selvaggi capelli neri, con indosso un paio di pantaloni sgualciti, aveva gli avambracci insolitamente sviluppati.
"Io ti conosco! Eri al laboratorio di Hellgate! Sei uno dei Caduti!" lo riconobbe Blaze.
"Quello è il passato... ora noi Caduti serviamo un solo signore... Deathwatch: l'ultimo Translord!"
Prima che alcuno di loro potesse muoversi, Quake piantò le mani nel terreno, fu come se le sue dita si fondessero con la roccia.
La montagna iniziò a sgretolarsi, tremando.
Il Custode cercò di muoversi verso i compagni, per teletrasportarli lontano da quella frana, ma prima che li potesse raggiungere, il Patriarca gli fu addosso, lo afferrò per la vita, trascinandolo nel vuoto.

 

Proxima:
Spiriti della Vendetta#10 Trans war 2
La guerra dei Translord entra nel vivo! La terra del Sangue diventa teatro di una spietata battaglia contro le forze del male, dove alleati e avversarsi si mischiano e confondono e dove il destino di molti si deciderà!

 

Il tempo: cinque giorni prima.
"Insieme... renderemo possibile un miracolo..." le bisbigliò all'orecchio Deathwatch.
"Un miracolo? Di cosa parli?" chiese Miranda scivolando fino allo schienale del letto.
"Un miracolo che solo i Translord posso compiere... riscrivere il destino del mondo a nostro favore..." l'uomo salì gattoni sul letto giungendo al fianco della donna.
"Cos'è un Translord?" Miranda lo guardò con occhi spaventati.
"Cioè che sei tu, ciò che sono io, siamo gli ultimi esemplari di una razza eletta..." mentre parlava, Deathwatch carezzò i capelli di Miranda e ne squadrava le forme nude "Siamo stati separati, mentre invece saremmo dovuti crescere insieme... Che ingiustizia... hai passato la tua esistenza a lavorare in un circo mentre io vivevo come uno squallido boss del crimine... ma dovevamo pur sempre mantenerci in attesa del nostro incontro, vero?"
"Io non capisco di cosa parli..." mormorò Miranda.
"Mamma..." fece una voce al margine del letto.
Miranda si voltò e si trovò di fronte a suo figlio.
"Timothy!" esclamò cercando di raggiungerlo.
Deathwatch sorrise, allungò una mano e il corpo del bambino iniziò a brillare, sparendo in una luce che volò verso il palmo dell'uomo.
Miranda strabuzzò gli occhi "Cosa hai fatto a mio figlio?"
"Tuo figlio... è morto anni fa... durante il massacro del circo Quentin..." esclamò afferrandola "Ma tu, con il tuo potere, sei stata in grado di ricreare un composto di energia con le sue sembianze... ma ora, è inutile sprecare i tuoi poteri questo modo..." le baciò il collo "Apri la mente e lascia che io ti conduca lungo la strada dei Translord."
Miranda sentì il corpo fremere, una forza sconosciuta stava entrando dentro di lei, sentiva i ricordi e i pensieri farsi più vaghi...
Vide tutto, lentamente, sparire...


#10 - Transwar /2


Il tempo: oggi.
Dan, Michael, Seer e i tre Caduti si erano ritrovati nei pressi di un piccolo laghetto, circondato da una rigogliosa vegetazione.
"Dove diavolo siamo finiti?" esclamò Dan.
"Non capisco..." Metarchius si guardò intorno confuso "L'incantesimo che mi ha insegnato il Patriarca... doveva condurci dritti alle terre del Sangue..."
"Queste... sono le terre del Sangue... le riconosco..." mormorò Seer "Anche se sono cambiate... è come se fossero tornate a vivere..."
"Ok, questa aggiungiamola alla lista dei misteri senza soluzione... La mia più immediata esigenza è capire perché siamo qui e che cosa sta succedendo..." annunciò Michael mentre le sue mani si illuminavano.
"Non cerchiamo la lotta, Spiriti della Vendetta..." lo placò Atrocità "Almeno non per il momento... se ci troviamo qui è per ragioni... diciamo di famiglia..."
"Cosa centra Deathwatch?" sbottò Daniel: fremeva dal momento in cui aveva sentito il nome della sua vecchia nemesi, il mandante dell'omicidio di sua sorella, di cui sperava di essersi liberato una volta per tutte, anni prima, durante lo scontro con Centurios.
"I Translord si sono riuniti..." iniziò a spiegare Metarchius, "è questo tutto quello che mi ha detto Il Patriarca prima di teleportarmi via in cerca d'aiuto... Eravamo qui per cercare il Pozzo del Destino, volevamo ottenerne il potere..."


Cody aprì gli occhi, si portò una mano alla tempia, dove sentiva colare un liquido caldo.
Si guardò i polpastrelli e vide che aveva la pelliccia intrisa di sangue.
Si rialzò a fatica e si guardò intorno.
Era in una fitta foresta. Su di lui, tra l'intrico degli alberi, poteva intravedere il picco da cui era Caduto inseguito alla frana.
"Proprio un bel volo..." annusò l'aria, in cerca di un odore famigliare, ma gli stimoli olfattivi erano cosi vari e intensi che qualsiasi traccia era coperta.
"Cerchi la strada per il castello dei Translord?" fece una voce alle sue spalle.
Tra gli arbusti era apparsa un'esile figura avvolta in un mantello, con un cappuccio calato sul volto.
Cody tese gli artigli e digrignò i denti "Chi sei tu?"
"Sono la tua guida... ti condurrò al castello..." fece il figuro, voltandosi. Scostò con le mani il fogliame, rivelando un sentiero. "Vieni con me... se ti fidi..."
Cody, consapevole di non aver altra scelta, lo seguì.

Blaze lasciò scivolare la liana sotto la mano fino a giungere coi piedi per terra. Stringeva a se Clara; per afferrarla aveva dovuto lasciare andare il fucile, ma aveva ancora con sé il fucile infernale.
Provvidenzialmente, aveva trovato sotto le dita quella liana che li aveva salvati dal violento impatto con il pavimento.
"Oh John... dove sono gli altri?" mormorò preoccupata la donna.
"Non lo so... hanno cercato di separarci... e ci sono riusciti..." erano al margine di una foresta. Davanti a loro si stendeva un'ampia pianura ricoperta da un fitto stuolo di erba alta. In lontananza poteva intravedere, oltre una zona rocciosa, il castello dei Translord. "Non ci resta che muoverci verso il castello... mi spiace lasciare gli altri, ma rischiamo di avere le ore contate..."
Così, camminando fianco a fianco, Blaze e Clara, avanzarono verso il castello, immersi nell'erba fino alla vita.
Non avevano fatto che qualche passo, quando Clara allungò una mano afferrando Blaze per il polso "John, c'è.. qualcosa..."
John si immobilizzò, strinse il pugno sulla pistola e si guardò intorno.
Il vento si alzò, increspando il prato.
Un sibilo risuonò nell'aria e due occhi gialli comparvero nell'erba: il Caduto Komodo spuntò con un balzo innanzi ai Blaze.

 

"Dove diavolo è!" gridò Deathwatch colpendo il muro con un pugno.
Miranda era in piedi, non molto lontano da lui, con gli occhi fissi nel vuoto, dall'altra parte della stanza vi era Ranter, anche lui in silenzio.
"Abbiamo ispezionato tutta la zona del castello... ma del Pozzo del Destino non vi è traccia... eppure ne sento il potere; nell'ultima ora si è fatto sempre più chiaro e intenso... Ma dov'è?" Miranda non proferì risposta, si limitò a muovere le labbra, come pronunciando un nome senza emettere alcun suono.

Tramite le spiegazioni incrociate dei Caduti e Seer, riguardo le storie del Sangue e dei Translord, Dan e Michael finalmente avevano inquadrato la situazione in cui si trovavano; restava da decidere come muoversi.
"Suppongo che non ci resti che muoverci verso il castello dei Translord..." propose Badilino indicando la sagoma del palazzo che svettava ad occidente.
D'un tratto l'acqua del laghetto iniziò a ribollire, esplodendo come un geyser, che travolse i presenti con un getto bollente.
"Cosa è stato?" gridò Dan mentre il getto li schiacciava a terra.
"È il nostro benvenuto, non vorremo essere presi per degli ospiti maleducati..." sopra il laghetto era comparsa una figura che galleggiava a mezz'aria, nota già ad alcuni dei presenti: era Ignus, dei Caduti.
"Ignus? Perché ci attacchi? Siamo qui per aiutarvi" gridò Atrocità.
"L'unico modo per aiutarci... è servire come noi sua eminenza Deathwatch" accanto a Ignus apparve Silph, la ragazza alzò un braccio e un'altra serie di getti d'acqua si sollevò dal laghetto tramutandosi stavolta in grosse stalattiti di ghiaccio.
"Chissà perché non mi stupisce questo voltagabbana..." esclamò Embyrre mentre una fiammata partiva dalla punta della sua staffa sciogliendo il ghiaccio "I Caduti sono noti per cambiare fazione con estrema facilità!"
"Ma era stato il Patriarca a dirmi... di chiamare aiuto!" Metarchius era visibilmente confuso.
"Le priorità dei Caduti sono cambiate..." dietro il mutaforma comparve Verdict. La ragazza trasse dalla sua tuta di pelle un ventaglio di pugnali e li lanciò contro i presenti.
All'altra estremità del lago apparve Beholder "Ora serviamo i Translord...e con loro riscriveremo il destino, eliminando tutti coloro che intralciano i nostri piani..."
"Siamo circondati..." mormorò Seer.
"Ancora per poco..." affermò Dan mentre la catena infernale appariva tra le sue mani.

 

Tra tutti presenti sul picco franato, Wolf e Quinn erano quelli che se l'erano vista peggio.
Erano finiti in una voragine che si era spalancata sotto i loro piedi ed erano precipitati per molti metri, mentre i loro corpi venivano colpiti dalle rocce.
Alla fine si erano trovati, pesti e sanguinanti in una caverna sotterranea.
"Come va?" chiese Quinn al nano mentre si rialzava da terra.
"Ho avuto giorni migliori..." sbuffò Wolf, lanciò un'occhiata indagatrice alla caverna: attorno a loro vi erano innumerevoli imboccature di diversi tunnel "Adesso dove andiamo? C'è il rischio si girare per giorni senza trovare l'uscita... Puoi usare i tuoi poteri per portarci via?"
Quinn lo guardò con aria colpevole "Mi spiace... non conosco questo posto... se aprissi un portale non so dove finirebbe per condurci. Dovremo muoverci seguendo il nostro istinto..."
"Beh... allora muoviamo il culo... non siamo qui per fare una vacanza..." esclamò Wolf imboccando uno dei cunicoli a caso.
Quinn rimase qualche passo indietro "Wolf... Mi spiace... è colpa mia..."
"Di che parli?" chiese il nano senza voltarsi.
"Se vi trovate in tutta questa vicenda... è colpa dei Translord..."
"Balle... se siamo qui, è perché l'abbiamo voluto noi... Eli ci avrà pure manipolato, ma se siamo rimasti insieme per tutto questo tempo è stata una nostra semplice scelta... è stato il nostro egoismo a spingerci a stare insieme... prendi me ad esempio: il motivo per cui mi sono aggregato al circo è stato per sorvegliare John... non è stato certo per le manovre di Eli che mi sto trovato in tutto questo..."
D'un tratto la terra iniziò a tremare: un muro comparve dal nulla chiudendo la strada sia davanti che alle spalle dei due.
La voce di Quake risuonò nel corridoio "Mi spiace: strada senza uscita!"

"Come mai sei venuto qui?"
Cody lanciò un'occhiata confusa al suo interlocutore "A che ti riferisci?"
"Perché ti stai muovendo contro i Translord?" chiese la figura incappucciata.
La boscaglia si faceva sempre più fitta e aveva assunto le sembianze di una foresta tropicale.
"Non ho niente contro i Translord... sono qui per aiutare degli amici..." spiegò Cody.
La figura si fermò un attimo, come interdetta dalle parole del mannaro, poi riprese la marcia, scostando cespugli e piante "Amici? Chi sarebbero?"
"Beh... Blaze senza dubbio... E anche Quinn, è una vicenda che lo riguarda personalmente... e poi Miranda, voglio sapere cosa le è successo e voglio aiutarla..."
"Non ha senso..." l'incappucciato scrollò le spalle "Sono problemi loro... Perché ti sei avventurato in una situazione in cui rischi di perdere la vita se non è nulla che ti riguarda personalmente..."
"Perché è in gioco la mia famiglia." Fu la lapidaria risposta di Cody.
"Famiglia..."L'incappucciato si fermò nuovamente e il mannaro poté giurare di vedere, sotto il cappuccio, due occhi puntarlo con curiosità.
Cody lo guardò torvo "Adesso rispondi tu a una domanda: Dove mi stai portando?"
L'incappucciato sussultò.
"Per andare verso il castello avremmo dovuto muoverci verso sud, invece è un'ora che proseguiamo verso nord... sbaglio o vuoi farmi allontanare il più possibile?"
Il figuro scoppiò in una risata "Speravo che te ne accorgessi il più tardi possibile... è stato interessante parlare con te." si svestì della tunica e mostrò le sue sembianze: quelle di un felino umanoide dalla pelliccia bianca: al suo polso vi era un grosso bracciale d'oro.
"Tu chi saresti?" ringhiò Cody.
"Mi chiamo Wildfang... e la mia missione è ucciderti!"

Il Patriarca e Il Custode si trovavano su un piccolo altopiano.
"Qui... nessuno ci disturberà..." annunciò il primo "È il momento della resa dei conti, Custode!"
L'uomo si alzò e guardò il suo avversario con occhi carichi d'odio "Che storia è questa? Pensavo che anche se immensamente stupido avresti capito che i Translord sono una minaccia, in questo momento, per tutti noi!"
"Sua eminenza Deathwatch mi ha mostrato..." annunciò il Patriarca, con un sorriso assente sul volto "Tutto quello che avrò quando potremo manipolare il destino!"
"L'unica cosa che è stata manipolata è la tua mente..." il Custode impugnò la pala con fare minaccioso "Ma non mi farò degli scrupoli... Sei una carogna e non meriti altro che la morte!"
"Che si inizi allora!" urlò il Patriarca alzando le mani in cielo


Interludio: Bar Senza nome.
Nel locale di New York, punto di ritrovo per la maggior parte dei criminali, super e non, era appena entrato un avventore che negli ultimi tempi aveva iniziato recarvisi.
Il suo nome era Snowblind.
Nonostante fosse cieco, il suo passo era privo di qualsiasi incertezza.
Camminò diritto verso il bancone e si sedette sbattendo una mano per richiamare l'attenzione del barista.
"Un whisky... liscio..." mormorò.
Dietro il Banco, Madcap, il proprietario del locale, si voltò facendo roteare tre bicchieri in un gioco di equilibrismo "Non è un meglio un Bloody Mary? Rosso rosso come il sangue, rosso rosso come Cappuccetto Rosso..." lasciò cadere i bicchieri a terra e avvicinò il volto a quel di Snowblind "Cappuccetto Rosso che ha incontrato il lupo cattivo, hai mai incontrato il lupo cattivo? O forse l'uomo nero? O forse un Cuor..."
Snowblind lo colpì con un pugno sul muso, facendolo volare contro lo scaffale degli alcolici "Dammi da bere senza rompere!"
"Bersaglio centrato!" ridacchiò Madcap "Complimenti! Primo premio! Oggi offre la casa!" si alzò come niente fosse e poggiò davanti all'uomo una bottiglia ed un bicchiere.
Snowblind si versò da bere.
"Come siamo ridotti male..." fece una voce femminile nel posto accanto al suo.
"Non cerco compagnia per stasera..." rispose senza muoversi.
La ragazza scoppiò in una sonora risata, che fece sussultare i lunghi capelli che ricadevano sullo scollatissimo vestito rosso "Non sono molti quelli che rifiutano la mia compagnia... anche se di solito quando li accompagno neanche se ne accorgono... Non ti annoia la tua vita Snowblind? È per questo che hai fatto il galoppino per così tanto tempo? Per finire ad ubriacarti ogni sera in questa bettola..."
"Non sono affari tuoi, chiunque tu sia..." Buttò giù un altro sorso di whisky.
"Oh, e invece si..." la donna poggiò il mento alla spalla dell'uomo sussurrandogli all'orecchio "Lascia che ti dia una dritta... Il tuo vecchio capo Hellgate, ha dei problemi... oh si, è ancora vivo... ma è in una situazione problematica... sono sicura che tu saprai dargli l'aiuto di cui necessita..."
Così dicendo si alzò e si diresse verso l'uscita del locale.
"Aspetta un attimo... chi sei...?" fece Snowblind voltandosi di scatto.
"Come, non la conosci?" Madcap era riapparso dietro il bancone "Oh, io si che la conosco... oh bella bella bella, più di tutte, più tutti, ammaliante, unica, divina luce..."
La donna si fermò un attimo "Puoi chiamarmi anche solo Luce..." ed uscì ridendo, lasciando Snowblind solo con i suoi dubbi.

Attorno al piccolo lago la battaglia impazzava.
Dan faceva roteare la sua catena lanciando una raffica di anelli infuocati contro Beholder.
Il Caduto li schivò con un agile salto; una sfera di energia iniziò a formarsi davanti all'enorme pupilla, ma prima che potesse rilasciare il suo attacco contro lo spirito della vendetta, Embyrre lo colpì alla schiena con la sua staffa, facendolo cadere a terra.
Prontamente Dan lo afferrò per un braccio con la catena e lo lanciò addosso a Verdict che in quel momento stava attaccando alle spalle Michael e Seer.
Badilino e la giovane erano troppo occupati a fronteggiare gli attacchi di Ignus per accorgersi della baraonda alle loro spalle.
Atrocità evitava con agilità le frecce di ghiaccio che Silph gli lanciava contro, mentre a qualche passo di distanza Metarchius osservava la scena con occhi increduli.
"No... no... io... cosa devo fare?" si ripeteva il mutaforma "I Caduti... sono i miei compagni... ma i Translord... io cosa devo fare?"
"Fai come abbiamo fatto noi..." gli sussurrò Beholder, che dopo l'attacco di Dan era scivolato alle sue spalle. "Scegli la strada che ti è più congeniale... noi abbiamo compreso che i Translord ci offrono ciò di cui abbiamo bisogno... la possibilità di riscrivere il nostro destino..."
Verdict lanciò una raffica di pugnali contro Embyrre, ma la venere d'ebano evitò l'attacco scivolando a terra, si rialzò di scatto e piantò la staffa contro lo stomaco della ragazza in pelle, lasciandola senza fiato.
Dan e Michael avevano messo Ignus sotto il fuoco incrociato dei loro attacchi, era bastato che il ragazzo abbassasse la guardia per un solo attimo e Dan lo colpì con uno stormo di anelli infuocati, facendolo ricadere a terra privo di sensi.
"Metarchius! Dammi una mano! È troppo veloce per me!" gridò Atrocità mentre cercava di colpire Silph, che però schivava con facilità tutti i suoi attacchi.
Con passi calmi, come se non fosse stato nel mezzo di una battaglia, Metarchius raggiunse il fianco di Atrocità.
Il Caduto stava per chiedere di nuovo aiuto al compagno, ma le parole gli morirono in bocca quando il mutaforma trasformò la mano in una sfilza di lame che ne trafissero il corpo, sollevandolo da terra.
"Ho capito... stiamo sbagliando..." esclamò Metarchius, come per risposta ad una tacita domanda di Atrocità "Questa è la nostra opportunità... di uscire dal circolo vizioso di un'esistenza sempre uguale... è per questo che siamo diventati Caduti... ricordi?"
Con un gesto del braccio, lanciò il corpo sanguinante del ragazzo davanti ai piedi di Dan "Era... un tuo compagno... come hai potuto?"
Silph, Beholder e Metarchius si disposero uno a fianco all'altro "Noi lottiamo... per garantire il nostro futuro, non conta altro..."
Le nuvole cominciarono ad addensarsi nel cielo.
"Dan... Michael... I tempi stringono..." mormorò Seer "L'unica funzione dei Caduti è farci perdere tempo, in modo da dare ai Translord l'opportunità di trovare il Pozzo del Destino... Dovete andare a fermarli, Penserò io a questi qui..."
"E io le darò una mano... non volevo essere immischiata in tutto questo, ma ormai è inutile rimuginarci sopra..." annunciò Embyrre stringendo la staffa tra le mani.
"Ma voi non..." contestò Michael.
"Niente ma..." Atrocità si alzò da terra, stringendo la mano contro una delle innumerevoli ferite "Ho un conto in sospeso con i miei cosiddetti compagni..."
"Hanno ragione..." disse con voce ferma Dan.
E mentre i due Spiriti della Vendetta iniziavano a correre verso il castello dei Translord e i Caduti lanciavano il loro nuovo attacco, il rombo del tuono risuonò con vigore


Cody e Wildfang saltavano da un ramo all'altro degli alberi della foresta.
Se il loro non fosse stato un duello all'ultimo sangue, a guardarli sarebbe quasi sembrato che stessero giocando a guardie e ladri.
"Da quello che ha detto il Custode, voi Caduti non dovreste aver motivo di sostenere la causa dei Translord... perché allora li state aiutando?" ruggì Cody.
Wildfang alzò una mano in aria, il bracciale che aveva al polso brillò e cambiò forma, diventando una sciabola la cui elsa prese posto sul palmo della sua mano.
Il felino calò la spada e fu come se tagliasse l'aria: i cespugli e i rami nella sua traiettoria vennero recisi e sulla spalla di Cody si aprì un taglio.
"Deathwatch, ci ha mostrato la strada per una nuova esistenza... ci ha fatto trovare uno scopo nella vita..." sibilò Wildfang "Alcuni di noi sono stati cosi stupidi da non capire quale strada fosse la migliore... e sono stati eliminati...ma noi altri abbiamo il privilegio di poter scegliere il nostro destino!"
"Ha ucciso... i vostri compagni?" Cody avverò un pezzo di un grosso ramo e lo lanciò verso il felino "Come potete lavorare per lui?"
"Compagni... famiglia... questi legami non hanno senso per quelle creature che vivono un'immortalità rinchiusa in un ruolo eterno..." Wildfang distrusse il frammento di ramo con un colpo di spada "Abbiamo tradito il Sangue e ucciso i nostri stessi famigliari per diventare i Caduti... perché non accettavamo di continuare a vivere un'esistenza stabilita secoli fa da altri."
Il felino calò un altro colpo, recidendo di nuovo alberi e piante. Stavolta Cody non fu colpito, tuttavia venne travolto dallo spostamento d'aria e sbalzato oltre gli alberi.
Si trovò così sul ciglio di un precipizio che costeggiava la foresta.
Si stava per rialzare quando si trovò davanti al muso la lama della spada.
"Poniamo fine ai giochi..." sussurrò Wildfang, mentre un lampo illuminava il cielo alle sue spalle.

 

Komodo era rapido, dannatamente rapido.
Girava intorno a Blaze e Clara, sfruttando la copertura dell'erba alta, poi saltava fuori quando meno se l'aspettavano, fendeva l'aria con i suoi artigli e poi tornava a nascondersi.
Le braccia di John erano colme di ferite e l'abito di Clara era strappato in più punti.
"Così non va bene... siamo alla mercé dei suoi attacchi!" ringhiò John.
"John, non preoccuparti per me..." mormorò Clara.
"Non dire stupidaggini..." Blaze era però cosciente che il dover proteggere le donna gli precludeva ogni libertà di movimento.
Il Caduto sferrò un altro attacco, spuntando all'improvviso fuori dall'erba e ferendo Blaze al fianco.
"Basta, John! Non pensare a me!" gridò a quel punto Clara e iniziò a correre allontanandosi da Blaze.
Era allontanata di qualche metro, quando l'erba si increspò e dietro di lei comparve Komodo.
"No!" gridò Blaze premendo il grilletto della pistola e lanciando una scarica di fuoco infernale.
Ma fu troppo lento: il Caduto aveva calato il suo colpo contro la schiena della donna, aprendo un'ampia ferita e poi era sparito nuovamente tra l'erba.
Blaze corse subito a soccorrere l'amica.
"Mi spiace... non... volevo... essere un peso..." sussurrò con un filo di voce Clara e poi chiuse gli occhi.
"No... Clara... No!" Blaze, urlando per la rabbia e il dolore, inizio a sparare all'impazzata, tutt’intorno a sé, getti di fuoco infernale.
Le fiamme, di un rosso intenso, quasi sanguigno, avvolsero l'erba iniziando a bruciarla, creando come un cerchio di fuoco intorno ai due.
Komodo saltò fuori dall'erba, con il corpo avvolto tra le fiamme.
Distratto dal calore non vide Blaze saltargli addosso.
L'uomo afferrò il collo del braccio e diede un colpo secco contro la testa con la mano, spezzandogli il collo sul colpo.
Il corpo inerte del Caduto scivolò a terra, John spense con le mani la giacca che aveva cominciato a prendere fuoco e poi corse di nuovo accanto a Clara.
La donna respirava ancora, anche se a fatica.
Una fitta pioggerella iniziò a cadere, spegnendo le fiamme.
John Si caricò Clara sulle spalle.
"Lasciami... qui..." mormorò come parlando nel sonno la donna.
"No... non ti lascio... non lascio più nessuno..." John riprese il cammino verso il castello.

Nella caverna in cui erano prigionieri, Quinn e Wolf si affannavano per evitare gli attacchi di Quake.
Sia dal soffitto che dal terreno spuntavano grossi spuntoni di roccia e i due dovevano fare i salti mortali per evitarli.
Tra le mura continuavano a risuonare le risate del loro aggressore, ma non c'era verso di individuare il punto dove era
"Come si fa ad affrontare un nemico se non sai dov'è?" chiese Quinn.
"Cerchi di spostare il duello in un terreno che ti è più congeniale!" esclamò Wolf, imbracciando il fucile laser e sparando un colpo a piena potenza contro il soffitto che iniziò a crollare.
Un piccolo raggio di luce penetrò nelle oscurità della caverna.
"Siamo vicini alla superficie! Se usciamo fuori quel bastardello non sarà più in vantaggio!" gridò Wolf pronto a sparare un altro colpo.
In quel momento si accorse che il soffitto sopra la testa di Quinn aveva cominciato a sgretolarsi e un grosso pilone di roccia stava per schiacciarlo.
"Attento!" Il nano lasciò cadere il fucile a terra e diede una spallata al ragazzo, ricevendo addosso l'enorme peso.
"Wolf!" gridò il ragazzo portando una mano avanti: un lampo di luce colpì il pilone distruggendolo all'istante.
Il corpo di Quinn iniziò ad emanare un'intensa energia verde, una sfera di luce si allargò polverizzando all'istante.
Quake, che si trovava proprio sopra ai due, venne disintegrato all'istante.
Quinn si fece largo tra le macerie, cercando di portare il corpo del nano all'aperto "Wolf... mi senti? Come stai?"
Il nano aprì gli occhi, stuzzicato dalle gocce di pioggia che gli carezzavano il viso "Sto bene... tutto a posto... solo... lasciami... riposare un ..." richiuse gli occhi "Per favore... pensa tu... a proteggere John..."
Quinn ebbe un sussulto, ma Wolf non era morto, si era solo addormentato.
Lo mise sotto un albero, al riparo dalla pioggia che aveva iniziato a cadere e si mise in marcia verso il castello.

Il Custode e il Patriarca, alle due estremità del piccolo altopiano, continuavano a tempestarsi con raffiche di sfere di energia, senza tuttavia procurarsi alcun danno, dato che gli attacchi di uno intercettavano quelli dell'altro.
D'un tratto, un attacco del Custode anzi che puntare verso l'avversario puntò ed esplose contro il terreno, alzando una nuvola di polvere.
Il Patriarca si protesse gli occhi portandovi una mano davanti, ma così non poté fare nulla per evitare l'attacco del Custode, che spuntò fuori dalla nube con la pala alzata sopra la testa.
Calò con inaudita violenza l'arma contro il busto del Patriarca, scagliandolo nel vuoto.
Il Caduto precipitò a peso morto schiantandosi contro il terreno brullo.
Il Custode saltò nel vuoto e gli fu subito addosso, si gettò in picchiata, tendendo in avanti la pala.
Un'altra esplosione, una devastante energia venne rilasciata sollevando una pioggia di frammenti di roccia.
La punta della pala era infilata nell'addome del Patriarca, un rivolo di sangue colava dalla bocca del Caduto.
"È questo che ti meriti... per aver tradito la nostra razza..." il Custode gli sputò in volto e iniziò a tempestarne il volto di calci "Il Sangue aveva un compito: proteggere il medaglione del potere: molti sono morti per portare a termine questa missione, il tuo tradimento ne ha infangato il ricordo, nonché l'onore della nostra stessa stirpe! Come hai potuto?"
Quando la furia dei colpi del Custode si placò, del volto del Caduto non era rimasta che una maschera di sangue.
"Tu... potevi vivere... un'esistenza eterna che non ti dava sbocchi..." biascicò, mentre la pioggia iniziava a cadere ripulendogli il volto "Io no... io... volevo... cambiare... il destino..."
Il Custode lo guardò disgustato "Non meriti neanche il colpo di grazia..."
Gli strappò la pala via dal ventre, si voltò, iniziando ad allontanarsi.
Alle sue spalle, con un movimento plastico e silenzioso il Patriarca si drizzò in piedi.
Prima che il Custode potesse reagire, l'uomo gli afferrò la nuca con il palmo della mano e una scarica di energia ne attraversò il corpo.
Il Custode lanciò un lungo, contorcendo gambe e braccia che dopo qualche istante ricaddero inerti.
Il Patriarca rimase qualche secondo immobile, poi entrambi sparirono in una luce.

 Deathwatch si affacciò ad una delle finestre del castello.
I suoi occhi si fissarono su un punto indeterminato oltre la fitta pioggia.
"Il Pozzo del Destino... non capisco come, ma si sta avvicinando..."
Sorrise.

 

 

Proxima:
Spiriti della Vendetta#11
Transwar 3
La battaglia giunge al suo apice e viene rivelato il segreto del Pozzo del Destino!

 

Il tempo: prima di Atlantide.
Seduto sul suo trono, il Patriarca aveva lo sguardo perso nel vuoto e pensava agli ultimi eventi che lo avevano coinvolto.
Zarathos era stato sconfitto, gli Spiriti della Vendetta si erano sacrificati, il medaglione del potere separato e dato in custodia a due famiglie umane, della cui protezione si sarebbe occupato il Custode...
"E ora?" non poté fare a meno di chiedersi.
Proteggere il medaglione, lottare contro Zarathos, erano stati solo questi i due scopi dell'immortale esistenza del Sangue, adesso cosa restava loro da fare?
Una corrente d'aria penetrò la stanza e davanti gli occhi del Patriarca comparve l'immagine di Zarathos.
L'uomo spalancò gli occhi "Non è possibile… tu... sei stato sconfitto..."
"Certo… per ora… ma presto o tardi tornerò libero e allora cosa farete? Tornerete a combattermi e a sigillarmi? Per poi attendere di nuovo la mia rinascita? È così che avete intenzione di trascorrere la vostra esistenza?" sibilò lo spettro del demonio
Il Patriarca si morse il labbro inferiore.
"Io vi offro l'opportunità di rinunciare al destino che vi è stato imposto... diventate miei seguaci... diventate me… date un nuovo senso alla vostra vita..." lo spettro tese una mano verso il Patriarca.
L'uomo esitò un attimo, poi allungò la mano sfiorando le dite eteree dell'apparizione.

#11
Transwar 3


Il tempo: Oggi.
Una sala del castello dei Translord.
Miranda era seduta a terra, con le mani poggiate sulle gambe, muoveva le labbra senza pronunciare alcuna parola.
Alzò le braccia e le mosse come per stringere l'aria davanti a se.
Per un secondo, davanti a lei comparve la figura di un bambino. Era un'immagine sfocata, come una foto venuta male, ma era dotata di peso e dimensione.
"Timothy..." sorrise la donna.
Un lampo rischiarò la stanza e la figura del bambino scomparve.

Wildfang sferrò il suo colpo.
Cody riuscì ad evitarlo, rotolando all'indietro, ma finì per trovarsi pericolosamente sul ciglio del burrone, che a causa dell'acqua piovana era diventato scivoloso.
"Sai volare lupetto?" esclamò il felino correndogli contro con la sciabola sguainata.
Cody gli si mosse incontro tendendo gli artigli.
Si ferirono a vicenda, ma i graffi che fece Cody sul volto di Wildfang, non erano neanche paragonabili come danno allo squarcio che la spada aveva aperto sul ventre del mannaro.
Cody ricadde con il viso per terra, mentre una pozza di sangue si allargava sotto di lui.
"Hai visto cosa hai ottenuto a lottare per la tua ‘famiglia? Tutti i tuoi sforzi sono stati inutili..." Wildfang lo sovrastava con la sciabola alzata sopra la testa.
"La mia... famiglia..." Cody socchiuse gli occhi... pensò alla sua famiglia... un padre e una madre... pensò al circo Quentin... pensò a tutto quello che gli avevano dato, insegnato le persone che aveva incontrato... No, non erano inutili gli sforzi che portava a termine per difendere la propria famiglia, non lo sarebbero mai stati.
Dalle fauci del mannaro fuoriuscì un profondo ululato e il suo corpo sprigionò una potente energia rossa.
Wildfang non ebbe il tempo di reagire: l'energia lo travolse, dilaniandone il corpo e spingendolo verso il burrone, mentre la spada riprendeva la forma di bracciale.
Il felino si trovò a precipitare nel vuoto, quando d'improvviso, una mano gli afferrò il polso.
Era Cody, che si era sporto dal ciglio per afferrarlo.
"La tua vita... ti ha negato la possibilità di avere un branco, di sapere cosa fosse una famiglia..." ringhiò il mannaro "ma sono sicuro, che se tu avessi un'altra possibilità, potresti rinnegare le tue azioni..."
Wildfang sorrise malinconicamente "il mio destino... era già scritto..."
"No!" ruggì Cody " Sei tu l'unico responsabile delle tue azioni! E con le tue scelte potrai rimediare ai tuoi errori!"
Wildfang chiuse gli occhi e due piccole lacrime scivolarono mischiandosi alla pioggia "Se magari ci fossimo conosciuti prima.. la mia vita sarebbe stata diversa... Ti invidio, Cody..." apri gli occhi di scatto e sfoderò gli artigli lacerando le carni del braccio del mannaro "Però ormai è troppo tardi!"
Cody lasciò la prese lanciando un ululato di dolore.
Wildfang precipitò nel vuoto, mentre una luce partiva dal suo polso andando ad avvolgere quello di Cody.
Quando il mannaro riapri gli occhi, vide che il bracciale del felino era ora al suo braccio.
Guardò con occhi meditabondi il fondo del burrone, poi spostò lo sguardo sul bracciale.
Lancio un lungo ululato, poi si mise a quattro zampe e iniziò a correre a perdifiato verso sud.

"Sei avessimo ancora le moto, non sarebbe così faticoso!" sbuffò Michael, aveva i vestiti appesantiti dall'acqua piovana e la pioggia gli sbatteva ripetutamente contro gli occhi.
"Ancora un piccolo sforzo, ci siamo quasi…" l'entrata del castello si profilava all'orizzonte, ma le parole di Dan vennero improvvisamente coperte dal rombo di un motore.
Dal portone d'ingresso uscirono fuori due grosse moto guidate da Steel Wind e Steel Vengeance, che imbracciavano due fucili al plasma.
"Quelle due... le conosco..." esclamò Badilino.
"Ma che ci fanno qui?" chiese Dan.
"Deathwatch ci ha salvate… ci ha fatto rinascere... ci aiuterà anche a vendicarci di colui che noi odiamo e di questo gli saremo sempre riconoscenti... Per questo obbediamo solo ai suoi ordini!" sentenziò Steel Wind.
Le due donne iniziarono a sparare contro gli spiriti, che si scansarono dalla traiettoria dei raggi.
Steel Vengeance accelerò, muovendo la moto in direzione di Dan.
Il ragazzo creò prontamente la catena infernale e la lanciò contro la ruota della moto, facendola sbandare, così la ragazza si trovò a finire addosso al mezzo della sorella.
Steel Wind saltò giù dalla moto un attimo primo dell'impatto, ma prima di mettere piede a terra si trovò subito addosso Michael, che la colpì con un pugno fiammeggiante al volto, lanciandola su ciò che rimaneva delle moto, dove giaceva la sorella priva di sensi.
"Pensavo fosse più difficile..." sbadigliò Michael.
In quel momento, nello spiazzo davanti al castello giunsero, da due direzioni diverse, Quinn e Blaze con in braccio Clara.
"Voi che ci fate qui?" esclamarono quasi in contemporanea John e Dan.
"Il destino... ci ha portati... nel posto... dove il nostro destino deve compiersi..." delirò Clara.
"Siamo qui per Deathwatch..." disse Dan.
"Noi dobbiamo salvare Miranda..." spiegò Blaze.
"Miranda?"
"E anche lei è una Translord... è una storia lunga..."
"La signora sembra in pessime condizioni..." fece Michael fissando Clara, che Blaze aveva fatto sdraiare a terra "Forse posso fare qualcosa per lei..." poggiò una mano sulla schiena della donna e una fiamma lucente si allargò avvolgendone il corpo, iniziando a curarne le ferite.
"Non sapevo potessi fare di questi giochetti..." mormorò Blaze "Anche se in effetti una volta il fuoco infernale ha curato anche lei mie ferite..."
Tuttavia accadde qualcosa di inaspettato: nel momento in cui le fiamme si estinsero, il corpo di Clara ebbe un sussulto, alzò la testa e aprì gli occhi di scatto.
Sotto le palpebre non aveva pupille, ma delle sfere che pulsavano di energia verdastra.
La donna teneva la bocca aperta in urlo silenzioso.
"Clara? Che succede?"
"Sono davvero deliziato..." esclamò Deathwatch uscendo dal castello. Ranter e Miranda erano al suo fianco; la donna teneva una mano sul ventre, mentre l'altra era tesa di lato, contratta come se stesse stringendo qualcosa, anche se il pugno era vuoto "Neanche se avessi impegnato tutto me stesso sarei mai riuscito a trovarlo e invece me l'avete portato voi... chi avrebbe mai immaginato che quella donna fosse il Pozzo del Destino?"
La pioggia iniziò a scrosciare con più violenza.

Al fianco del laghetto, lo battaglia proseguiva senza sosta.
Silph usava il suo potere per congelare la pioggia, così Seer, Atrocità ed Embyrre si trovavano sotto l'attacco continuo di una raffica di aghi di ghiaccio.
Embyrre fece roteare la sua staffa creando un vortice di fuoco che sciolse gli aghi di ghiaccio.
Beholder inizio ad emanare un raggio dall'enorme occhio e i tre furono preda di una violenta vertigine, Seer gli lanciò una sfera di luce contro la pupilla, costringendolo a chiudere l'occhio e porre fine all'attacco.
Metarchius saltò addosso ad Atrocità prendendo le forme di un gigantesco scimpanzé e lo afferrò, stringendolo nel tentativo di spezzargli la schiena.
"Come puoi? Sei stato tu stesso a venirmi a cercare! A supplicarmi di ritornare coi Caduti, che avevate bisogno di me..." Atrocità portò una mano sugli occhi di Metarchius accecandolo.
"Tu ci hai lasciato… tu non puoi capire, perché hai dimenticato... hai dimenticato il perché siamo diventati Caduti... ci hai tradito!" ringhiò il mutaforma, prendendo le sembianze di un grosso polipo e avvolgendo l'avversario coi suoi tentacoli.
"Io... avrei... tradito?" sbottò Atrocità "Io ho ucciso Xoc, per rimanere fedele alle mie scelte! Le ho detto che l'amavo e poi l'ho uccisa!" gli occhi gli si illuminarono "Mentre voi... dicevate di aver tradito il Sangue per ottenere l'indipendenza, per riscoprire la vostra individualità... e invece, alla prima occasione, permettete che sia un altro a decidere per voi! Siete patetici!"
L'energia riversata dal corpo del ragazzo costrinse Metarchius a mollare la presa, Atrocità si voltò di scatto e colpì il compagno di un tempo con una raffica che gli fuoriuscì dagli occhi, carbonizzandolo sul colpo.
Atrocità rimase immobile a guardare la pioggia spazzare i resti del cadavere di Metarchius.
Nel frattempo Embyrre e Seer erano riuscite, con molta fatica, a mettere fuorigioco Beholder e Silph.
La ragazza dalla pelle scura, si avvicinò al ragazzo, visibilmente sconvolto "Capisco come ti senti... anche io mi sono sentita così quando ho abbandonato la strada dei Caduti... È qualcosa che ci porteremo sempre dentro, il peso dei nostri peccati, le morti che abbiamo causato, il tradimento alla nostra stessa razza... non ci resta che conviverci assieme..."
Seer poggiò una mano sulla spalla del ragazzo "Il Sangue, i Caduti, ormai non esistono più... noi siamo gli ultimi di una razza ormai estinta. In fondo hai ottenuto ciò per cui i caduti hanno così tanto lottato… da oggi il tuo destino te lo costruisci tu."

Interludio: Laboratorio di Anton Hellgate
Anton Hellgate riaprì gli occhi ridestandosi da un sogno, uno di quelli che si dimenticano al risveglio e di cui non resta che qualche vado ricordo e fugace visione.
Nel suo caso ricordava che nel sogno c'era una donna bionda, vestita di rosso, che gli diceva qualcosa.
Ma era solo un sogno, o forse era un ricordo? Scrollò il capo per togliersi quei pensieri dalla testa.
Si alzò in piedi: si era addormentato sulla poltrona al centro del suo laboratorio, ai suoi piedi, come due cuccioli, dormivano Astaroth e Astarte.
Hellgate si mosse silenziosamente fino a raggiungere il bagno, si chiuse la porta alle spalle e rimase a fissare il proprio riflesso nello specchio.
Ma chi era la persona che vedeva? Anton Hellgate, rappresentazione su questo piano della realtà del demone Ba’al... ma era davvero così? Allora perché ogni volta che cercava di pensarci su, di capire... la testa iniziava a dolergli? Perché aveva solo vaghi ricordi di tutto ciò che era successo prima di risvegliarsi dopo il suicidio di Vendetta? Quando qualcuno l'aveva soccorso (forse una donna bionda?) e detto qualcosa… spiegato chi era... spiegato che era Ba’al... ma tutto il resto era così confuso... Quello che sapeva sulle persone che lo circondavano, sui suoi nemici, l'aveva preso dai database dei suoi computer...
Un nome gli era rimasto impresso, tra quelli che aveva letto, il nome di una persona che aveva raccolto informazioni su di lui: Gerard Dolan... un semplice agente di polizia, che però aveva avuto il coraggio di sfidare la sua organizzazione...
Gerard Dolan... possibile che quell'uomo sapesse su Hellgate più di quanto lo stesso Hellgate sapesse su sé stesso?
Forse era il caso di fargli una visita al più presto...

 "Cosa vorrebbe dire che Clara è il Pozzo del Destino?" Blaze puntò il fucile contro Deathwatch.
"Oh, non è ben chiaro neanche a me... tuttavia mi è proprio impossibile non riconoscere quella forza... in fondo, durante l'infanzia, sono stato sottoposto a continui insegnamenti proprio per essere capace di riconoscere il Pozzo del Destino..." l'uomo esplose in una profonda risata quasi contemporanea ad un tuono "Se l'avessi saputo! Che l'oggetto del mio tanto cercare era in realtà una così facile preda! Mai e poi mai avrei perso tempo ad organizzare un impero del crimine a New York, per finanziare le mie ricerche. Ho pure rilasciato parte delle energie che ho accumulato in questi anni, per far rivivere questa landa desolata, convinto che il pozzo fosse nascosto qui e questo fosse il modo migliore per riportarlo alla luce."
"E ora.. cosa avresti intenzione di fare?" gli Spiriti della Vendetta si posero come una muraglia tra Deathwatch e Miranda.
Il Translord strinse il pugno, che brillò fiocamente "Assimilare le energie delle persone che ucciderò... e poi manipolare quell'energia a mio piacere... È questo il potere che il mio destino di Translord mi ha donato... Sarà molto facile uccidere la donna e prendere dentro di me il potere del Pozzo del Destino..."
"E per quale motivo pensi che te lo permetteremo?" chiese Michael.
"Noi non vi permetteremo di mettervi sulla strada del nostro padrone!" Dai resti delle moto si alzò una figura.
Dan sbarrò gli occhi quando si accorse che Steel Wind e Steel Vengeance avevano riunito i loro corpi cibernetici in uno solo: la creatura che ne era uscita aveva due teste e quattro braccia "Noi, adesso, siamo Steel-x!".
"Ranter, mia diletta Miranda... lascio a voi il compito di occuparvi di questi guastafeste, mentre io prendo il potere che mi spetta diritto.."
I due si mossero in avanti, Ranter con fare minaccioso, Miranda mantenendo il fare assente.
"Io penso al mago." Ringhiò Badilino.
"John, io cercherò di trattenere Miranda..." esclamò Quinn.
"Allora mi occupo di Steel-x" sentenziò Blaze.
"Dunque se non sbaglio i conti..." esclamò Dan "Io e te balliamo assieme Deathwatch! È il momento di mettere in pari i conti per sempre!"
Il Translord sorrise "Il giovane Ketch... allora è vero che non sei più Ghost... Non crederai davvero di rappresentare una minaccia per me?"
"Lo lascio giudicare a te!" tra le mani di Dan comparve la catena infernale e il ragazzo si lanciò addosso all'uomo.
"Quand'eri Ghost eri un avversario temibile... ma ora..." il Translord allungò una mano ed afferrò la catena, l'arma mistica sparì dopo qualche secondo "La tua capacità di controllare il fuoco infernale è così debole... non mi ci vuole niente ad assorbire il tuo potere e usarlo contro di te!"
Deathwatch aprì il palmo contro Dan e una fiammata avvolse il ragazzo, il cui corpo fu preda di un dolore talmente profondo da laceragli l'anima.
"Miranda... torna in te! Abbandona il fianco di quell'uomo!" gridò Quinn, mentre creava degli scudi di luce per proteggersi dagli attacchi della ragazza.
Miranda era immobile, fatta eccezione per una mano che si muoveva innanzi al corpo lanciando una serie di raggi di luce. L'altra mano era ancora contratta sul fianco "Io non posso..." disse con voce cantilenante "Grazie a lui… io... ho di nuovo Timothy..."
Per un attimo, al fianco della ragazza, apparve il figlio, che le stringeva la mano.
"Timothy... come ho potuto non capirlo prima... il bambino, era un costrutto di energie mistiche... l'avevi creato tu... È tramite il suo ricordo che Deathwatch ti sta manipolando..." Quinn corse verso Miranda, zigzagando tra i raggi di luce.
La raggiunse e l'afferrò per le spalle scrollandola violentemente "Timothy è morto Miranda!"
"N.., non è vero…" piagnucolò la ragazza.
"Capisco il tuo desiderio di averlo ancora con te, ma lui non c'è più! Il bambino che vedi è un'illusione, ed è merito dei tuoi poteri, Deathwatch non centra niente! Devi farlo sparire, sennò non riuscirai a liberarti del suo influsso!"
"Timothy è mio figlio... non rinuncio a lui!" gli occhi di Miranda iniziarono a brillare.
"Questo non vuol dire rinunciare a lui! Fai vivere il tuo ricordo in te! Come fai anche con Eli... l'uomo che ci ha cresciuto come fossimo figli suoi!"
"Eli..." La luce negli occhi di Miranda si affievolì.
Quinn stava per dire qualcos'altro, ma le parole vennero interrotte da Deathwatch che gli afferrò la testa con la mano "Come fossimo figli suoi…quanto sei stupido... non hai ancora capito che tu eri veramente figlio di quel mortale?"
"Cosa?"
"Ogni generazione di Translord conta solo due individui, un maschio e una femmina, che daranno vita alla generazione successiva... tua madre ha però ceduto a quel mortale e dalla loro unione sei nato tu."
"Eli... eri davvero mio padre..." una lacrima di commozione scivolò dietro gli occhiali del ragazzo.
"È inutile commuoversi!" rise Deathwatch, mentre la pioggia e il vento gli scompigliavano i capelli "Adesso stai per morire... sarai anche un Translord imperfetto ma il tuo potere mi sarà in ogni caso utile!"
Alzò il braccio, pronto a calarlo per trafiggere il petto del ragazzo, ma Miranda gli saltò addosso bloccandolo.
"Cosa fai stupida?" Deathwatch gettò i due in mezzo al fango. con una spinta.
"Quinn ha ragione... non ha senso continuare a tormentarmi… non voglio permetterti di usare il ricordo di Timothy contro di me!" strillò la ragazza, mentre la pioggia le ripuliva il volto.
"Adesso... anche tu sei inutile... "gli occhi di Deathwatch brillarono di una luce assassina "Ma forse è meglio così... Uccidendovi e ottenendo i vostri poteri, sarà molto più facile manipolare il Pozzo del Destino!"


Blaze si affannava per sfuggire alla presa delle mani di Steel-x: ognuna di esse aveva lunghi artigli acuminati che lanciavano una scarica elettrica non appena lo toccavano.
L'uomo non aveva neanche il tempo di spararle contro, appena si fermava per sollevare il fucile, gli artigli della cyborg calavano verso di lui, obbligandolo a riporre l'arma e a fare un salto indietro.
"Da quello che ricordo..." Blaze cercò di distrarre l'avversario con le parole "Hai sempre odiato dovere obbedire a qualcuno!"
"Noi non obbediamo a Deathwatch! Stiamo solo ripagando il nostro debito!" rispose la testa che era di Steel Vengeance "E inoltre Deathwatch ci aiuterà a vendicarci di colui che noi odiamo!"
"Colui che noi... non starai mica parlando di Centurios?" Blade sorrise "Nel caso che tu non lo sapessi… Il tuo attuale capo ha lavorato proprio per Centurios qualche tempo fa!"
"Cosa..." la notizia lasciò interdetta la donna, che si bloccò per un attimo.
Blaze approfittò di quell'attimo di distrazione, pianto il fucile contro il petto della donna e premette il grilletto.
L'esplosione che ne conseguì, mandò in frantumi il corpo di Steel-x. Le teste delle due donne, ancora vive e dotate di coscienza, rotolarono sino ai resti delle loro moto.

Deathwatch stava per colpire Quinn e Miranda, quando alle sue spalle comparve il Patriarca: teneva per un braccio il corpo privo di sensi del Custode.
"Ottimo tempismo..." commentò il Translord "Il Pozzo del Destino è stato rintracciato" e con un cenno della testa indico Clara, ancora a terra, con il corpo contratto da spasmi e gli occhi lucenti spalancati "Il tempo di sistemare un piccolo conto in sospeso..."
"Prendi pure tutto il tempo che vuoi..." mormorò il Patriarca, poi portò un pugno in avanti e travolse il Translord con una scarica di energia "Tanto, ora che il Pozzo del Destino è stato trovato, non ho più bisogno di te!"
Il caduto si avvicinò a Clara "Non sono una persona che si lascia manipolare... se mi sono assoggettato ai Translord è stato solo per trovare il Pozzo del Destino... e ora che l’ho tra le mie mani, non ho più bisogno di nessuno!"
Il Patriarca tese una mano verso la donna, ma un ululato risuonò nell'aria e giungendo di corsa Cody si frappose tra i due.
"Non toccherai la mia amica con quelle tue sporche mani." ringhiò il mannaro.
Il Patriarca lo guardò indispettito "E un cucciolo come te, da solo, vorrebbe creare problemi ad una creatura millenaria come me? Se non fossi così patetico, riderei!"
"Cody non è solo!" Miranda e Quinn, saltarono sul Patriarca, bloccandogli ognuno un braccio.
"Sarete pure dei Translord, ma il vostro potere non è ancora abbastanza sviluppato da fronteggiarmi!" gli occhi del Patriarca si accesero, un violento vento si alzò, sbattendo via i tre.
"Tutto così facile..." Il Patriarca tornò a rivolgere la sua attenzione a Clara. Si stava per muovere, quando sentì un intenso dolore al petto, calò lo sguardo e vide la mano di Deathwatch spuntare in mezzo al suo torace, cercò di dire qualcosa, ma sentì mancare il fiato.
Il Translord alle sue spalle aveva un'espressione spietata dipinta sul volto "Non perdono il tradimento... Questa è la tua fine Patriarca... avresti potuto cambiare il tuo destino, ma a quanto pare non ne sei stato capace."
Le energie del caduto vennero assorbite dal Translord e del corpo del Patriarca non rimasero che dei resti avvizziti che ricaddero a terra, frantumandosi al contatto con il terreno.
"No... lui... dovevo ucciderlo... io..." Il Custode aprì gli occhi giusto in tempo per vedere la scena, poi perse i sensi di nuovo.

Ranter tese la mano in avanti e dalle sue dita fuoriuscirono delle spire di luce che tentarono di avvolgere Badilino.
"Mi prendi per un pivellino?" Michael rilasciò il fuoco infernale e distrusse le spire, anche quell'attacco del caduto non sembra essere diretto a ferirlo.
Sotto il suo cappuccio, sembrò che il mago oscuro sorridesse "Non è mai stato nelle mie intenzioni ucciderti, Spirito della Vendetta..." lancio dei cerchi di fuoco contro l'uomo.
"Cosa vorresti dire?" esclamò Michael schivando l'attacco.
"Il mio compito... è stato condurre gli eventi!" Ranter si sollevò in aria "Ho liberato il Patriarca dalla sua prigionia, l'ho aiutato a corrompere il Sangue per dare vita ai nuovi Caduti, ho manipolato i miei sedicenti compagni di squadra affinché cedessero e passassero dalla parte dei Translord... In modo che il Pozzo del Destino tornasse a rivelarsi."
Badilino lo guardò confuso, con la pioggia che sbatteva violentemente contro il viso "Cosa vorresti dire?"
"Il tempo dei giochi è finito... rimanere ancora qui sarebbe pericoloso per la mia integrità... e oltretutto devo fare rapporto al mio capo..." e così dicendo Ranter sparì nel nulla, lasciando Michael con un palmo di naso e la sensazione che di qualunque cosa stesse parlando il Caduto, sarebbe stato qualcosa che avrebbe pesantemente influito sugli eventi futuri.

"Fermo lì, Deathwatch!"
Il Translord si voltò e trovo Dan Ketch a fissarlo con colmi di rabbia.
"Ne ho le scatole piene di gente che mi interrompe." Ringhiò l'uomo "Non ti è bastata la lezione di prima?".
"Questa volta non mi farò sconfiggere! È il momento di ripagare tutte le vite che hai spento!" tra le mani del ragazzo iniziarono a formarsi gli anelli della catena infernale.
La catena si allungò fino a terra, e poi continuò ad espandersi sul terreno. Quando poi giunse ai piedi di Deathwatch, l'estremità si drizzò d'improvviso, come fosse stato un serpente e cominciò ad avvolgere il corpo del Translord.
L'uomo si trovò presto legato fino alle spalle, ma gli bastò gonfiare i muscoli per farla sparire; poi si gettò contro Dan, con la mano tesa, pronto a colpirlo.
"Fermò li!" gridò Blaze, la sua pistola, insieme ai pugni di Badilino erano puntati contro il Translord.
L'uomo si fermò: non avrebbe potuto mai e poi mai assorbire tre attacchi contemporaneamente.
"Sembra che io sia spacciato…" Deathwatch sorrise, poi allargò le braccia.
La terra iniziò a tremare e grosse crepe si andarono ad aprire lungo tutta l'isola: gli alberi appassirono, i fiumi si prosciugarono, in pochi secondi le terre del Sangue tornarono una distesa secca e brulla.
Il corpo di Deathwatch brillò di energia "Ho recuperato il potere che avevo dato a quest'isola..." una scossa fece crollare il castello dei Translord alle loro spalle "Anzi, ho preso anche quel poco di energia che aveva di suo, per questo penso che tra poco sprofonderà negli abissi."
In contemporanea i tre Spiriti della Vendetta lanciarono il loro attacco, ma Deathwatch fu agilissimo ad evitarlo, schivando da basso e scivolando verso Clara.
"Adesso il potere del Pozzo del Destino sarà mio... e nessuno me lo impedirà!" gridò alzando il pugno contro la donna.
Un lampo illuminò il cielo. Alla luce proveniente dall'alto se ne aggiunse un'altra, verde, proveniente da terra.
La mano di Deathwatch aveva attraversato il corpo di Clara, solo che le membra della donna erano diventate intangibili e pulsavano di un chiarore verde.
Sotto gli occhi stupefatti dei presenti, Clara divenne pura luce e si sollevò in aria, dove si riformò nelle sue sembianze umane.
"Clara! Cosa succede?" urlò Blaze.
"Io sono Clara..." parlò con una voce che non era sua, era roca e maschile "Ma sono anche il Pozzo del Destino... e sono anche un Translord."
"Che stai dicendo?" ringhiò Deathwatch.
"Io sono l'ultimo Translord che custodì il Pozzo del Destino... Ridotto a fin di vita da Zarathos, sono stato costretto a distruggere il pozzo per evitare che il demone sfruttasse il potere dell'Armatura Infernale. Mi sono gettato all'interno del pozzo distruggendo il mio corpo. Così il Pozzo del Destino è imploso, ma nello stesso momento ha cercato di preservarsi, inglobando una parte di se... La mia coscienza è stata così fusa con una parte del pozzo e la restante energia del crocevia mistico ci ha fatto rinascere sotto questa nuova forma... Ogni ricordo passato è stato cancellato dalla mia mente... fino ad oggi..."
"È... tutto... assurdo.." commentò Michael.
"Sei un Translord! Sei come me! Allora mi capisci! Io sono qui per ottenere il potere di riscrivere il destino, il potere del Pozzo del Destino! Dammelo! Deve essere mio!" Deathwatch parlava con occhi spiritati, sembrava fuori di sé, camminava in avanti con lo sguardo fisso verso l'alto, fu così che non si accorse di un'ampia crepa nel terreno, mise un piede in fallo e vi cadde dentro.
L'isola tremò un'altra volta e la crepa si richiuse di scatto.
"Il Pozzo del Destino... è estremamente pericoloso... l'ho sempre saputo... la coscienza di un fato già scritto, indebolisce gli uomini e fa dimenticare loro il libero arbitrio... Il Sangue, i Caduti, i Translord, hanno abbandonato la responsabilità delle loro azioni e gli scopi delle loro vite sulle spalle di entità superiori..." la voce risuonò nelle orecchie dei tre Spiriti della Vendetta, sovrastando lo scroscio della pioggia e ai boati della terra che andava spaccandosi.
"Clara? Sei ancora... li?" chiese confuso Blaze.
"La coscienza di Clara è dentro di me Jonathan Blaze...Ma non per molto... Tra poco scomparirà, assieme alla mia, non appena la parte di noi che è il Pozzo del Destino avrà preso il sopravvento... A quel punto l'energia residua del pozzo verrà liberata ed ingoierà ogni cosa nel raggio dell'isola."
"Vuoi dire… che il pozzo destino ci distruggerà tutti?" sbottò Dan.
"Il Pozzo del Destino vi permetterà di affrontare il vostro destino."
"E cosa vorrebbe dire?" fece Badilino.
"Tra poco lo scoprirete... Ormai l'energia sta per essere rilasciata... Blaze, quella parte di me che è Clara vuol dirti che ti ringrazia per tutto ciò che hai fatto per lei..."
"No aspetta!" ma prima che Blaze potesse dire altro, il simulacro con le sembianze di Clara esplose in un'onda di energia verde, avvolgendo l'intera isola.
Quando si diradò, sull'isola non vi era più anima viva, il temporale continuava con maggior furia e il terremoto proseguiva la sua opera distruttrice.
Nel giro di pochi minuti, le terre del Sangue sprofondarono nelle acque.

 Epilogo.
Ranter galleggiava a mezz'aria sopra il mare, ad un centinaio di chilometri di distanza dal punto in cui, fino a qualche ora prima, sorgevano le terre del Sangue.
Sotto di lui l'acqua si increspò in una serie di cerchi concentrici. Al centro di essi, apparvero i lineamenti confusi di un volto immerso nel buio.
"Ho completato la mia missione" fece con tono ossequioso il mago oscuro "Il Pozzo del Destino non esiste più e quindi non rappresenta più una minaccia. Adesso posso tornare al mio ruolo originale."
Dal centro delle acque volò fuori un piccolo fagotto che finì tra le mani di Ranter.
Il mago lo aprì e vide che conteneva l'elmo di un armatura.
"Prima" fece una voce nella sua testa "hai un'altra missione da compiere..."

Proxima:
Spiriti della Vendetta 12
Dispersi
Risucchiati dal Pozzo del Destino, Dan, Michael e John vengono condotti nei luoghi e nei momenti dove il loro destino deve compiersi!

 

#12 - Dispersi

Il Pozzo del Destino ti porta, dove il tuo destino dovrà compiersi.
Ma il destino è un gioco sottile, anche un semplice, breve incontro, potrebbe segnare il percorso.

 

Parte 1- Blaze Of Glory

Blaze si tolse la maglia e la legò attorno alla nuca, per proteggersi dall'intenso calore del sole.
Erano ore che camminava per quelle lande desolate, aveva abbandonato la giacca di pelle, nella cui morsa sembrava soffocare, e adesso, a petto nudo, lasciava che la schiena si scottasse sotto i raggi del sole.
D'un tratto la sua attenzione fu attirata dal nitrire di un cavallo.
Si voltò e vide due uomini galoppare verso di lui.

La notte scese rapidamente, accompagnata da un freddo gelido e tagliente.
Quella era la seconda notte che passava all'aperto da quando il Pozzo del Destino l'aveva lasciato in mezzo al nulla.
Stavolta, poteva però trarre giovamento dal caldo del falò accesso dai suoi due interlocutori.
Appena li aveva visti, aveva capito di essere finito parecchio lontano da casa: si trovava al cospetto di due cowboy originali del vecchio west; il Pozzo del Destino l'aveva spedito alla fine del diciannovesimo secolo.
Preferiva non pensare a come sarebbe potuto tornare a casa, concentrandosi sulla conversazione "Figlia del Sindaco?"
"Si, è stata rapita, due giorni fa..." Spiegò Kid Due pistole, il pistolero con una maschera calata sugli occhi "Sembra che il colpevole sia Il Cavaliere Fantasma... un uomo mascherato che negli ultimi tempi si è fatto notare soprattutto in New Mexico. Arthur è venuto fin qui in Arizona, per cercarlo, proprio dal New Mexico... " indicò l'altro uomo, che stava in disparte e che rispose con un grugnito.
"Sembra proprio un film di Cowboy..." Commentò tra se Blaze.
Kid lo guardò stranito, poi proseguì "I rapitori hanno chiesto un riscatto, che svuoterebbe le casse della città. Abbiamo tempo fino a domani per trovarli, altrimenti uccideranno la ragazza."
La fatica cominciò presto a farsi sentire, e Blaze e Kid si misero a dormire, mentre Arthur rimaneva sveglio a fare la guardia.
Prima di cadere addormentato, Blaze lanciò un'occhiata all'uomo: aveva il volto segnato dal tempo, folti baffi bianchi e due occhi azzurri che puntavano severi l'orizzonte.
"Vuoi il cambio?" gli chiese.
"Non ho sonno... di solito dormo pochissimo..." Rispose Arthur rompendo il silenzio che ostentava da quando aveva incontrato Blaze e che lo avevano portato a pensare che fosse muto.
"Ha paura che il Cavaliere Fantasma ci attacchi di notte?"
"Gli uomini hanno paura di tutto quello che non conoscono..." Da come lo disse, non sembrava una risposta alla domanda di John.
"Hai una famiglia in New Mexico?"
"L'avevo... poi ho perso tutto... per colpa del Cavaliere Fantasma..."
"Li ha… uccisi?"
"Peggio..."
"Lo cerca per vendetta?"
"Vendetta... la mia vita sembra segnata da questa parola... ma a volte mi chiedo cosa voglia dire veramente... Forse la vendetta è solo un'ossessione che ci lega alle cose passate non credi?"
John pensò per un attimo a Roxanne e ai suoi figli, pensò al dolore per averli perduti, pensò al suo stato d'animo, fino a qualche tempo prima.
"O forse solo un modo per mantenere vivo il ricordo delle cose perdute..." Proseguì Arthur.
"Anche io ho perso i miei cari... ed ho cercato di vendicarli…."
"E dopo la vendetta cosa ti è rimasto?"
"Niente..." Mormorò John.
"Buona notte..." Arthur si allontanò dal falò, lasciando John solo coi suoi pensieri.

La mattina dopo, si alzarono ai primi raggi del sole.
Blaze prese posto sul cavallo bianco di Kid e assieme galopparono al fianco di Arthur, che guidava uno stallone nero.
Si stavano dirigendo verso la valle in cui pareva nascondersi la banda del Cavaliere Fantasma.
"Mi spiace costringerti a venire con noi, ma non abbiamo proprio il tempo di accompagnarti fino in città..." Si scusò Kid.
"Fa niente, tanto non ho nulla di urgente da fare." Rispose Blaze "Piuttosto... che tipo è questo Cavaliere Fantasma?"
"Io non l'ho mai visto, ma quelli che l'hanno incontrato, lo descrivono come un uomo con una maschera a forma di teschio avvolta dalle fiamme, che cavalca un enorme cavallo dai cui zoccoli sprizzano fiamme e scintille..." Spiegò Kid "Ma sono probabilmente tutte fantasie."
John annuì, ma nella sua testa l'idea di un teschio avvolto dalle fiamme si associava a Ghost, o, ancor peggio, a Zarathos.
Cavalcarono tutta la giornata, mentre la valle si faceva sempre più vicina.
Giunsero con i cavalli sul ciglio della vallata: sotto di loro potevano vedere una costruzione di legno contro la parete di roccia.
"È quella..." indicò Kid.
"Aspettiamo che cali la notte." Disse Arthur.
"Stanotte potrebbe essere troppo tardi..." mormorò Kid.
"Ma ora sarebbe troppo facile individuarci." Gli fece notare John "Rischieremmo di mettere in pericolo la vita della ragazza."
Kid si morse il labbro "D'accordo... aspettiamo..."

Si alternarono di vedetta, a controllare quello che succedeva nella capanna, fino al tramonto.
Un piccolo spicchio di luna calante comparve nel cielo.
"È il momento di muoverci..." esclamò Arthur "Sai usare il fucile che porti con te, ragazzo?" chiese a Blaze.
"Diciamo che me la cavo..."
"Perfetto. Voi due andate dall'altra parte del Canyon e scendete alle spalle della casa. Io li prenderò frontalmente... "
Kid e John saltarono sul cavallo e galopparono nella direzione indicata, ma prima che fossero giunti sentirono degli spari risuonare nell'aria.
"Che diavolo..." si voltarono e videro nel buio della vallata, risplendere qualcosa.
"È il Cavaliere Fantasma!" gridò Kid e fece tornare il cavallo sui suoi passi.
Galopparono così veloce che John dovette stringersi alla vita di Kid per non cadere da cavallo.
Quando giunsero nei pressi della vallata videro la casetta in fiamme, ma soprattutto videro il Cavaliere Fantasma.
Il suo destriero era un cavallo nero come la notte, con gli occhi rossi e la criniera avvolta dalle fiamme, i suoi zoccoli di rame lasciavano impronte di carbone sulla terra.
Quello che dicevano di lui era vero: la sua testa era un teschio fiammeggiante.
Indossava un completo nero, con stivali di pelle che arrivavano fino al ginocchio e gli speroni erano fiammeggianti: tra le braccia teneva una ragazza priva di sensi.
"È la figlia del Sindaco! Allora è stato veramente lui!" esclamò Kid partendo al galoppo, sparando con le pistole.
Mentre il Cavaliere Fantasma evitava i suoi colpi, un altro sparo risuonò nella valle.
Kid cadde da cavallo, con una ferita nel braccio, inflitta da un uomo che stava uscendo dalla casa in fiamma bestemmiando contro di loro.
L'uomo fu rapidamente fatto fuori da un colpo di Kid "Blaze! Prendi Il Cavaliere Fantasma! Non pensare a me!"
In effetti, il Cavaliere Fantasma aveva iniziato a galoppare allontanandosi.
John afferrò le redini e spinse il cavallo all'inseguimento.
Tenendosi con una sola mano, afferrò il fucile e lo tese in avanti, sparando una raffica di fuoco infernale che si alzò come un muro fiammeggiante di fronte al Cavaliere Fantasma.
Ma, come se niente fosse, il suo cavallo nero si limitò a spiccare un balzo ed oltrepassarlo.
Imprecando a denti stretti, John fece estinguere il fuoco e continuò l'inseguimento, che stava proseguendo sul ciglio del Canyon.
Guardandolo da vicino, John non aveva dubbi, quel cavaliere assomigliava dannatamente a Ghost...
Davanti a loro si profilava un ampio crepaccio.
"Perfetto! È con le spalle al muro....dovrà fermarsi se non vorrà cadere nel vuoto!"
Il cavallo invece proseguì tranquillo la sua corsa, semplicemente, giunto sul ciglio del crepaccio, il Cavaliere Fantasma si limitò a lanciare un poderoso urlo e il cavallo saltò nel vuoto, proseguendo la sua corsa nel cielo.
"In… credibile..." mormorò John guardandolo sparire nella notte.

John tornò sconsolato indietro, dispiaciuto di dover dare a Kid la brutta notizia di aver perso il ricercato.
Trovò il ragazzo accanto alla casetta, ridotto ormai a un cumulo di macerie, accanto a lui c'erano tre uomini legati, Arthur e, cosa inaspettata, la figlia del Sindaco che dormiva su un telo.
"Cosa mi sono perso?" chiese John.
"A quanto pare il Cavaliere Fantasma non c'entra." Spiegò Kid "Questi tre hanno compiuto il rapimento fregiandosi del suo nome..."
"Ma io... l'ho visto andare via con la ragazza..."
"L'ho incrociato io... mentre la abbandonava non lontano da qui..." spiegò Arthur.
"Beh, il tuo aiuto è stato indispensabile, anche se non hai partecipato all'azione!" Kid diede una pacca sulle spalle ad Arthur "Peccato, mi sarebbe piaciuto un giorno poter raccontare di aver combattuto fianco a fianco con Arthur Kale, la furia messicana."
John strabuzzò gli occhi "Arthur... Kale... ma non è che sei tu il..."
Il corpo di John si illuminò e sparì, lasciando con un palmo di naso i presenti.

 

Parte 2- Under the Fire

Le sirene risuonarono nelle orecchie di Dan.
Il ragazzo corse, spingendo al massimo le proprie gambe, tenendo gli occhi fissi verso il cielo: stormi d'aerei fendevano la notte della capitale inglese, sovrastando le case in fiamme e fendendo le nubi di fumo.
Uno degli aerei sganciò una bomba, che finì per schiantarsi a qualche chilometro di distanza dal luogo dove si trovava Dan, distruggendo un palazzo.
L'onda d'urto trascinò il ragazzo a terra, ai piedi di una parete che tremava pericolosamente.
Dan ebbe il tempo di alzare lo sguardo e vedere il muro crollargli addosso, quando fu trascinato via attraverso la strada.
Riaprì gli occhi e vide sovrastarlo un ragazzo con il volto sporco di fuliggine, che gli disse sorridendo "Non è il momento migliore per fare una passeggiata..."
"Me ne sono accorto… senti, so che è una domanda che può sembrare strana, ma mi puoi dire la data d'oggi?" chiese Dan.
"Per essere strana è strana..." il ragazzo si grattò la testa "È il dieci Settembre millenovecentoquaranta..."
Dan deglutì: era finito sessant'anni indietro nel tempo e se le sue nozioni di storia non lo ingannavano si trovava nel bel mezzo della seconda guerra mondiale.
"Non sei inglese vero? Dal tuo accento azzarderei che sei americano come me." L'uomo gli tese una mano aiutandolo ad alzarsi.
"Si... mi chiamo Daniel… Dan per gli amici."
"Piacere Daniel, io sono Mark Todd." Si incamminarono con rapidi passi per la strada "C'è un piccolo rifugio antiaereo qui vicino... saremo senza dubbio più sicuri lì."
"Che cosa fai a Londra, Mark?" gli chiese Dan mentre entravano nel rifugio.
"Beh, sarei un giornalista..." Rispose l'uomo chiudendo la porta alle sue spalle.
"E di norma i giornalisti vanno in giro sotto i bombardamenti?" fece scettico Dan mentre si guardava intorno.
"Diciamo che cerco di dare una mano anche aldilà del mio ruolo..." Mark si avvicinò ad un tavolo con su una rudimentale radio.
"Non è pericoloso?" Dan gli si sedette a fianco.
"Senza dubbio." Mark iniziò a trafficare con le manopole del congegno "Ma pensare che io sia l'unico che rischi la vita in questo conflitto è quanto meno semplicistico... Se rischiando la vita, so di poterne salvare un'altra, sono ben felice di farlo..."
"I tuoi cari saranno in pensiero..." Mentre lo diceva Dan pensò ai suoi di cari, che non sentiva da giorni, a Stacy e Jack, e a sua madre, ancora in coma in un letto d'ospedale.
"La mia ragazza mi manda un sacco di lettere. Mi dice di stare attento..." sorrise tra se e se "Dice che quando tornerò dovremo assolutamente avere dei bambini... Ah, scusa... sto sparlando..."
"Figurati..." Dan osservò con un po' d'invidia nel cuore l'uomo: nonostante la situazione difficile in cui si trovava, non si faceva problemi a progettare un futuro radioso, lui invece sembrava essersi ormai precluso ogni possibilità di raggiungere la felicità...
"Aspetta... sto ricevendo qualcosa..." Mark trafficò ansioso con le manopole e premette una levetta: dagli altoparlanti fuoriuscì forte e chiara una voce che parlava in una lingua sconosciuta a Dan.
Ma Mark sembrava capirla bene, il suo volto assunse un'espressione preoccupata "Cazzo..."
"Cosa ha detto?" chiese Dan alla fine della comunicazione.
"Erano i tedeschi..." Mark si alzò di scatto e parlò mentre raccoglieva le sue cose in uno Zaino "Ho intercettato una loro comunicazione.. Hanno scoperto dov'è Churchill..."
"Churchill?"
"Si. La controffensiva inglese può andare avanti perché nella loro opera d'attacco i tedeschi stanno bersagliando solo il centro di Londra, mentre Churchill ha arretrato tutti gli impianti aerei e i rifornimenti verso nord... Quindi gli attacchi non stanno distruggendo nulla di vitale. Ma qualcuno ha parlato. Ha comunicato ai tedeschi dov'è Churchill e stanno preparando un attacco diretto. Sembra che un aereo decollerà da un casolare abbandonato in campagna e punteranno direttamente verso il centro nevralgico dell'esercito inglese... Se ci riescono, le sorti della guerra saranno decise." Uscì di corsa dal Bunker e tirò un sidecar fuori dal garage "Partirà tra un'ora... non posso perdere tempo..."
Dan si posizionò sul sidecar "Ti accompagno... avrai bisogno di aiuto."
Mark assunse un'espressione interdetta, presto sostituita da un sorriso "Grazie."

Sfrecciarono per le strade di Londra a tutta velocità e in poco più di mezz'ora furono fuori dalla città, diretti verso la campagna.
Dan teneva la mappa aperta e grida alle orecchie di Mark la direzione più rapida.
Erano giunti nei pressi del casolare, quando, da dietro dei covoni di fieno saltarono fuori quattro soldati tedeschi armati di fucile, che gli spararono contro.
"Ci penso io!" gridò Dan sollevandosi in piedi: nelle sue mani apparve la catena infernale e la roteò intercettando la traiettoria dei proiettili.
"Niente male quel giocattolino!" urlò Mark, ma intanto un proiettile colpì la ruota del sidecar, che iniziò sbandare pericolosamente "Cazzo! Saltiamo giù!"
Dan e Mark saltarono a terra, mentre il sidecar si andava a schiantare contro una staccionata.
I soldati iniziarono a corrergli contro.
"Mettiti al riparo." Intimò Mark a Dan alzandosi in piedi.
Il corpo del giornalista fu avvolto da una fiammata.
I soldati gli spararono addosso ma i proiettili furono sciolti nel fuoco.
Quando le fiamme si diradarono al posto di Mark vi era una figura vestita di rosso, con due ossa incrociate dipinte sul petto ed un teschio fiammeggiante "Attenti a voi, dannati tedeschi! La furia di Blazing Skull calerà implacabile sulla vostra anima!"
Con una rapida mossa fu addosso ai soldati e con dei pugni rapidi e precisi li mise fuorigioco.
Dan si alzò in piedi, osservandolo stupido "No…ble Kale?"
La creatura si voltò verso di lui "Come fai a conoscermi mortale?" allungò una mano verso Dan "In effetti... c'è in te qualcosa di stranamente familiare..."
"Ma… Mark... come fa..."
"Il corpo che mi ospita, non il mio discendente diretto di questa generazione... tuttavia quando Mark Todd ha incontrato la razza segreta degli Uomini Teschio, loro hanno purificato il suo corpo con il loro potere, rendendolo adatto a trasformarsi nello Spirito della Vendetta... " spiegò Blazing Skull.
Dan avrebbe voluto chiedere mille cose a Blazing Skull, ma prima che potesse aprire bocca dal casolare uscì fuori un aeroplano.
"Stanno partendo all'attacco!" gridò Blazing Skull.
Dan e l'uomo iniziarono a correre verso l'aeroplano che stava iniziando a prendere velocità nella rudimentale pista costruita nei campi.
Erano a qualche metro di distanza, quando il mezzo cominciò a sollevarsi in aria.
Con un balzo, Blazing Skull, riuscì ad attaccarsi ad una delle ruote e seguì l'aereo nel cielo.
Dan rimase a terra, ad osservare con il fiato in gola le Evoluzioni di Blazing Skull.
L'aereo piroettò nel cielo, tornando sulla sua traiettoria e alla fine andò a schiantarsi contro il casolare.
Frammenti di legno si alzarono in cielo, tra fiamme, fumo e vapore.
Dan si mise a correre, temendo per l'incolumità di Mark, quando il suo corpo iniziò a brillare di una luce verde.
"No... non ora..." gridò "Io... devo aiutarlo..."
Ma senza poter fare niente, sparì nel nulla, trascinato dal potere del Pozzo del Destino.

 

Parte 3. Looking Trough The Flame

 

Michael strizzò gli occhi, infastidito per il puzzo che gli penetrava nel naso.
Si tirò fuori da cassonetto dove si era risvegliato e subito si guardò intorno stupito.
Il panorama che lo circondava non assomigliava a nulla che avesse mai visto: palazzi altissimi pieni di luci, mezzi volanti che sfrecciavano nel cielo, schermi che galleggiavano a mezz'aria.
"Sono finito sul set di Blade Runner..." mormorò tra se e se l'uomo.
Si muoveva in mezzo a delle carcasse d'auto e montagne di rifiuti: qua e là poteva vedere dei barboni riuniti attorno a dei falò; attorno ai loro piedi si muovevano piccoli eserciti di topi.
D'un tratto un boato risuonò nell'aria.
Dalla cima di una montagnola di rifiuti saltò giù un uomo, che teneva stretta al petto una valigia.
L'uomo atterrò a qualche passo di distanza da Michael, rotolando per terra, poi si drizzò in piedi e si mise a correre: dalle sue labbra usciva incessantemente una sola parola: "Aiuto!".
La montagna di rifiuti esplose qualche secondo dopo, costringendo Michael ad abbassarsi per evitare i detriti.
Davanti a lui saettò una motocicletta, pilotata da una figura vestite di nero, il cranio era una superficie lucida avvolta da un alone fiammeggiante.
La moto corse a fianco dell'uomo e il pilota allungò un braccio, afferrandolo per la cintura.
"No lasciami! Lasciami!" gridava l'uomo.
"Avresti dovuto pensarci prima infiltrarti nei computer di Latveria..." ringhiò la creatura fermando la moto e sollevando l'uomo.
La mano libera si trasformò, prendendo la forma di una sega elettrica.
"Ehi! Fermo! Non vorrai mica ammazzarlo!" gridò Badilino correndogli incontro.
La creatura si voltò: il suo volto era simile ad un teschio e nelle sue vacue orbite brillavano due occhietti rossi "E perché non dovrei farlo? Perché me lo ordina un fantoccio di carne come te?"
"Chi diavolo ti credi di essere?" ringhiò Michael a denti stretti.
"Io sono Ghost Rider. E so anche chi sei tu. Un piantagrane che mi diletterò a togliere di mezzo!" Ghost gettò via l'uomo che aveva in mano e si gettò contro Michael tendendo la sega elettrica.
Michael si gettò a terra, lasciando che l'arma colpisse l'asfalto conficcandovisi dentro.
Mentre Ghost lottava per estrarla fuori, Michael si pose alle sue spalle e gli scaricò una raffica di fuoco infernale contro la schiena.
Con suo gran stupore, non ebbe alcun effetto.
"Sento un pizzicorino..." ridacchiò Ghost voltandosi.
"Ma... perché il fuoco infernale non gli ha fatto niente?" si chiese Michael.
"Perché il fuoco infernale non può ferire una creatura che non è fatta di carne..."
La voce giunse alle sue spalle: una ragazza dai capelli neri, in parte coperti da una bandana, con indosso un paio di jeans neri e un top del medesimo colore che lasciava al vento l'ombelico, stava fluttuando a qualche centimetro da terra.
"E tu chi saresti?" chiese l'uomo.
"Prima di parlare, riportiamo la calma..." la ragazza portò una mano avanti e un raggio travolse Ghost, che dopo qualche secondo si trovò imprigionato in una gabbia di luce "Perfetto. Mi presento straniero... il mio nome è Strange."
"Strange? Ecco perché quel medaglione che porti al collo mi è familiare." Disse indicando l'occhio di Agamotto al collo della ragazza.
"Tu non appartieni a questo mondo. Ti ho sentito giungere qui... e qualcosa mi ha attirato qui a Detroit..." si avvicinò a Michael e gli poggiò una mano sul petto "Sento un potere dentro di te che mi attira..."
Poco lontano, l'uomo inseguito da Ghost, aveva aperto la valigia e stava trafficando con il computer che conteneva.
"Razzo! Razzo! Io non ci volevo neanche entrare in questa storia! Me ne frego dei soldi che mi dovevano dare... non so neanche cosa siano questi dati che ho preso... gli manderò tutto via mail, e poi sparisco dalla circolazione... e chi razzo se ne frega!" d'un tratto il monitor si accese di un verde brillante e iniziò a ribollire.
"Ma... che... razzo..." Il monitor esplose e l'energia verde avvolse il corpo, mentre urlava di dolore.
Michael e Strange si voltarono e videro il corpo dell'uomo sussultare, mentre la sua pelle veniva lacerata e la sua carne si tingeva di tutte le sfumature del verde, rilasciando un calore tale da sciogliere la plastica del computer che aveva accanto.
Il suo volto si allungò e deformò, mentre i suoi occhi divenivano bianchi e vacui e i suoi denti si allungavano e appuntivano.
"Io... vivo..." esclamò l'essere appena formatosi "Necrotek vive! Pensavo che avrei passato tutta l'eternità nell'anfratto del cyberspazio in cui mi aveva rinchiuso Destino... e invece c'è stato qualcuno di così stupido da rilasciare i codici per la mia liberazione... Adesso porterò a termine la mia vendetta, contro Von Doom e quell'odioso bambino con l'occhio di Agamotto!" notò solo allora Strange. "Tu... hai... un occhio di Agamotto! Lo voglio! Deve essere mio!"
Necrotek si lanciò contro Strange, la quale portò le mani avanti creando una barriera invisibile.
La creatura vi si spiaccicò contro come una torta su un muro, colando a terra e infiltrandosi nel terreno.
"Pensi che un trucchetto così stupido possa mettermi fuori gioco?" tentacoli verdi fuori uscirono dalla terra sotto i piedi della ragazza, avvolgendola.
Michael le si fiondò addosso, affondando le mani nell'inconsistente sostanza di Necrotek e rilasciando una scarica di fuoco infernale.
La creatura si ritirò con un grido, ma anche Strange aveva in qualche modo subito danni dal fuoco e perse i sensi tra le braccia di Michael.
"Dannato mortale!" ringhiò Necrotek "Me la pagherai! Assorbirò il tuo corpo e ti ucciderò e ti... agh.."
La sega elettrica di Ghost entrò nella schiena di Nekrotek, spuntando poi fuori dal suo addome.
"Sbaglio o tu eri la mia preda?" esclamò Ghost, sollevando la creatura e gettandolo contro un muro.
Mentre Ghost lottava contro Nekrotek, Michael si mise da parte con Strange.
"Ehi, ragazza... mi senti? Su, riprenditi?" parlava dandogli degli schiaffetti sulla guancia, senza però che Strange si risvegliasse.
Il corpo della ragazza aveva invece cominciato a brillare.
Un guaito scomposto attirò invece la sua attenzione.
Ghost era a terra e il corpo di Nekrotek si stava allungando avvolgendolo.
"Un corpo così ricco di potenzialità... così ricco di dati... collegato ad un archivio enorme... si, lo voglio!"
Ghost si stava opponendo, ma sembrava in procinto di crollare.
Michael gli corse incontro e gli sparò contro una raffica di fuoco infernale.
Necrotek gridò di dolore, tuttavia non arretrò.
Ghost smise di dibattersi, mentre il suo corpo iniziava a cambiare colore.
"Oh cazzo... se prende possesso del suo corpo, sono fottuto!" bestemmiò Michael rincarando la dose di fuoco infernale.
D'un tratto una luce brillò alle sue spalle.
Lingue di fuoco saettarono dietro di lui, unendosi al suo attacco e andando ad avvolgere Nekroteck.
Il grido di dolore divenne più acuto, la creatura si distaccò dal corpo di Ghost e venne sollevata in aria.
Il fuoco infernale si insinuò nel suo corpo, fino a quando non ne rimase che cenere.
Michael si voltò.
Dove un attimo prima c'era Strange, adesso c'era una figura con un'armatura bianca, il cui volto era un teschio avvolto da un’intensa fiamma, che portava un lungo mantello fiammeggiante.
"Ma tu sei..."
"Tu mi conosci Michael Badilino... Io sono Noble Kale, colui che era conosciuto nella tua epoca come Ghost Rider..."
"Ma quindi... Strange..."
"La ragazza è l'ultima discendente della famiglia dei Kale... ma non è a conoscenza del suo retaggio. Io ho smesso di manifestarmi nel mondo mortale dopo che le multinazionali iniziarono la caccia spietata che portò la fine dell'era degli eroi. Lo feci per non fare correre rischio ai miei discendenti. Tuttavia, oggi, il fuoco infernale mi ha richiamato in questo mondo... per quella che sarà l'ultima volta... "
"Ma allora... tu hai visto il futuro... sai quello che succederà? Abbiamo combattuto contro i Translord, magari puoi dirmi cosa..."
"Il futuro è uno tra tanti... Cambia in ogni momento così come cambia il destino degli uomini" Rispose laconico Noble Kale "Ti dico solo Michael Badilino, di prepararvi a una catastrofe..."
"Catastrofe? "
"Sarà una catastrofe... per alcuni sarà come la fine del mondo, ma..."
Prima che Noble potesse completare la frase, Michael vide tutto sparire davanti ai suoi occhi e si strappato da una forza che lo trascinò via.

nel prossimo numero:
Spiriti della Vendetta 13
Interludio
Mentre John, Dan e Michael sono impegnati nelle Transwar, cosa combinano i nostri amati comprimari? Un numero speciale incentrato su Stacy, Jack, Lo Spaventapasseri, Suicidio, Threnody e tutto il cast di contorno della serie!

NOTE DI CARLO

Eccoci arrivati alla terza Ultimate Edition di Spiriti della Vendetta, come al solito è compilata da me e come al solito ho lasciato sostanzialmente intatte le note originali di Xel con qualche adattamento. Lascio, quindi, la parola a lui

 

NOTE DELL’AUTORE

Eccoci ad una nuova saga x gli spiriti: questa storia ci allontanerà per un po' dalle atmosfere Horror dei primi 7 numeri spingendoci in un clima più "fantasy"...
Scopo principale di questa saga è spiegare cosa sia un Translord... e al riguardo vi avverto: mi sono inventato TUTTO... C'erano troppe poche tracce lasciate nella gestione di Mackie... ho cercato di risolverle collegandole ad altre trame, come quella relativa ai membri del circo Quentin, ma sopratutto quella del medaglione del potere (che, per inciso, tra un po' diventerà probabilmente la trama portante della serie...) Scusate per il risultato pietoso di parte di questa sequenza di episodi, speravo risultasse meglio, ma alcuni punti sono venuti fuori troppo frettolosi... la storia dove entrare subito nel vivo e invece alla fin fine non è successo niente... ho anche tagliato lo scontro tra Blaze e Custode e Troll, essenzialmente perché non ricordavo che poteri avessero questi due ^^,
Questo episodio doveva essere incentrato su Blaze, ma alla fine è andato un po' in secondo piano, rispetto al racconto di Eli... recupererò nel prox!

Ps a tutti i simpaticoni all'ascolto: Transwar NON racconterà della guerra all'ultimo sangue tra Platinette e Vladimir Luxuria! (mi prevengo dalle probabili battutacce!;P).

Le cose che potreste non sapere:

1)      le proposte di matrimonio a Stacy da parte di Dan e Ski sono avvenuti in numeri inediti di Ghost Rider, e sempre in numeri inediti Jen ha cancellato dalla memoria di Stacy e della Signora Ketch il ricordo della doppia identità di Dan.

2)      Riguardo a Timothy il figlio di Miranda, apparentemente morto su Ghost MITA 5 si è rivelato essere vivo in numeri inediti di Blaze, se vi chiedete perché non ne abbia parlato nei primi numeri, semplicemente me n'ero dimenticato ^^,

3)      Mefisto ha perso le sue anime durante Inferno2 (rileggetevi in particolare il primo numero della mini e Thor#15) Embyrre è una caduta che però ha rinnegato le proprie origini, ed ha lottato al fianco degli spiriti di mezzanotte durante l'assedio delle tenebre, battaglia che è costata la vita a suo padre

4)      Per quanto riguarda i Caduti, ricordo che alcuni di loro hanno fatto la loro prima apparizione nei primi numeri di questa serie: ho inventato sul momento la storia del "sangue che versa il sangue", spero di poter recuperare più avanti queste vicende per spiegare meglio come sono andati avanti: per ora accontentatevi di sapere che il Patriarca è stato liberato da Ranter e che ha convinto alcuni del Sangue ad unirsi a lui diventando Caduti uccidendo gli altri membri della razza.

5)      Sempre riguardo ai Caduti (mi sembra di averlo già detto... ma x sicurezza ripeto) Metarchius, Patriarca, Ranter, Embyrre e Atrocità sono personaggi creati da Mackie, tutti gli altri li ho inventati io appositamente per questa fanfic.

6)      Quanto a Embyrre e Atrocità, al termine dell'assedio delle tenebre sembravano essere morti, io ho voluto intendere che siano riusciti a sopravvivere

7)      Snowblind è un ex galoppino di Deathwatch e Hellgate. L'ultima volta era stato visto su Ghost MUSA #76, unico sopravvissuto della schiera di Hellgate dopo il suicidio di Vendetta, dove veniva avvicinato da Blackheart

8)      La Transwar è entrata nel vivo... il terzo racconto è stato veramente lungo per i miei standard e, nonostante alcuni punti di cui non sono particolarmente soddisfatto (troppi personaggi fanno la parte di "carne da cannone"), devo dire che ritengo abbia un buon ritmo... la sensazione di "crescendo" in vista del gran finale è ben percepibile...

9)      Se l'accenno alla love story tra Atrocità e Xoc vi è sembrato vago, non stupitevi... negli albi originali si è detto ancora di meno!!! L'intera vicenda è stata accennata in meno due di vignette... (per la precisione nell'ultimo albo dell'assedio delle tenebre)

10)  Il capitano Gerard Dolan, padre di Stacy, si è messo a raccogliere informazioni su Hellgate in numeri inediti di Ghost, arrivando a diventare l'informatore di Ghost riguardo le azioni del criminali, nascondendosi sotto la falsa identità di Gola Profonda (Deep Troath).

11)  Steel Vengeance, dopo le apparizioni sui Ghost MITA è apparsa in degli episodi inediti di Blaze, dove faceva coppia con John e sembrava redimersi... vi sarete accorti che ho ritenuto che non fosse poi una redenzione molto sentita; 

12)  Quando Blaze dice che Deathwatch ha lavorato x Centurios, non è proprio esatto... Centurios si è limitato a far catturare Deathwatch da Steel Vengeance, per poi mandarlo contro Ghost, non vi è stato un vero proprio rapporto tra i due dunque.

13)  Riguardo a Kid-Due-Pistole: è l'alias dell'avvocato Matt Hawk (Nato Matt Leibowicz) che agiva nel sud ovest degli Stati Uniti (Texas, Arizona, New Mexico) negli anni settanta del 1800. Nel 1973 ha incontrato i vendicatori e per un po' è stato spalla di Occhio di falco, per poi tornare nel suo tempo Si ritirò nel 1883, stabilendosi nel Montana col nome di Clay Harder, ma ritornò in attività, per breve tempo, nel 1885, unendosi al resto degli eroi western Marvel per l'ultima battaglia che vide la morte eroica di quasi tutti loro, compresa la sua. (Nella serie Blaze of Glory).

14)  Blazing Skull è il reporter Mark Todd che nel 1937 si trovava in Cina per seguire la Guerra Cino-giapponese, che di lì a pochi anni sarebbe confluita nella 2° Guerra Mondiale, un incidente durante un attacco giapponese, lo fece finire in una caverna nascosta, dove incontrò una strana razza di "Uomini Teschio", che lo dotarono di superpoteri. Tornato in patria, Blazing Skull (che, appunto vuol dire "Teschio fiammeggiante") usò le sue capacità per combattere il crimine ed i soliti nazisti, in un'occasione ha incontrato faccia a faccia lo stesso Hitler. In Invaders Vol. 2 (Marvel Extra #8) lo abbiamo visto lottare al fianco degli Invasori, mentre su Midnight Sons Unlimited #9 (inedito in Italia) scopriamo che Blazing Skull è una delle tante incarnazioni di Ghost Rider/Noble Kale.

15)  Strange 2099 e Ghost Rider 2099: provengono dal mai troppo rimpianto "futuro ufficiale" dell'universo Marvel. Della prima non si sa molto, ha brevemente incontrato l'Uomo Ragno del futuro durante la festa dei morti. Il secondo è invece Kenshiro "Zero" Cochrane, un Hacker ucciso mentre era collegato al cyber spazio. Il suo corpo è stato ricostruito da un collettivo di intelligenze artificiali noto come "Ghost Work" (non ricordo ora il nome italiano). Quando Destino è diventato regnante degli stati uniti, Ghost è entrato nello SHIELD come secondo del Punitore (ed è più o meno a quel punto che si colloca il viaggio di Michael nel 2099).

16)   Nekrotek spunta da una storia di Destino 2099 pubblicata su X-Men 2099 4 (anche se in quel racconto non veniva esattamente rinchiuso nel cyberspazio... mi sono concesso una piccola licenza).

17)  Vi starete chiedendo... cosa diavolo vuol dire questo episodio? Alla fin fine non succede niente a parte l'introduzione di altre due incarnazioni di Noble Kale in due linee temporali diverse e la risoluzione di due dubbi (come mai nel 2099 Noble Kale non si fosse incarnato in qualche suo discendente e il legame tra Blazing Skull e Ghost)... e il destino dei personaggi non sembra compiersi... in effetti ... è cosi!!!:P

E con questa UE si può dire che finisce il primo ciclo di Spiriti: diamo all'addio ad un sacco di personaggi, ad alcuni probabilmente per sempre, altri probabilmente prima o poi ritorneranno, mentre qualcun'altro è GIÀ ritornato (se non ci credete date un occhio a Power Pack, dove il buon Cody è pronto a nuove evoluzioni sotto la penna dell'abile Valerio Pastore). Molte trame sono state risolte, anche se alcuni punti sono rimasti all'oscuro (e dubito che verranno mai chiariti). Vi rivelo un piccolo retroscena su questa saga: originalmente doveva essere supportata da una sottotrama lunghissima ed entrare nel vivo solo nella parte avanzata della serie e concludersi sul numero 25, poi sono saltati fuori piccoli inconvenienti, come il fatto che quando ho pubblicato il #1 di spiriti il personaggio di Ghost non era ancora utilizzabile liberamente, quindi ho dovuto rimediare anticipando alcuni eventi. Ecco il perché alcuni personaggi sono poco approfonditi: la loro introspezione sarebbe dovuta essere di sfondo prima della saga, solo che non c'è ne stato il tempo materiale (anche se nella mia mente, ad esempio, ogni Caduto ha la sua storia. Verdict è la sorellastra di Embyrre, Beholder è un rivale di Ranter, Silph e Ignus sono gemelli... piccoli spunti che non saranno mai approfonditi nella storia ;D)
Adesso gli Spiriti della Vendetta sono pronti a lanciarsi per nuove strade, che li riporteranno alle ambientazioni metropolitane e Horror a loro più consone, non senza deviare ogni tanto per lidi un po' più "alternativi" (ne sarà esempio il prossimo numero).
Thanx a Carlo Monni per buona parte delle info sui pg.

XEL AKA JOJI



[1]Su Spiriti #5

[2] Ghost (Marvel Italia) #6

 

[3] Spiriti #3/4

[4]Custode e Troll sono due sottoposti di Deathwacht, la loro ultima apparizione è stata su Ghost (MITA) #5 (ma si sono visti anche nello speciale Spiriti di Venom)

[5]Cody arriva dritto dritto da Power Pack #12